race2race3race1Cento chilometri tondi tondi. Precisi, al punto che qualcuno fa anche il giro del caseggiato per far tornare i conti sul Garmin della sua bici che proprio non ne vuol sapere di “arrotondare”. Cento chilometri tranquilli, a “chiacchiera”,  fermandosi per qualche foto e anche per il caffè. Cento chilometri che sono una bella scusa per stare insieme, per conoscersi, per rivedere qualche amico. Cento chilometri tra parco tra Parco Sud e Ticino,  tra strade e ciclabili invase da ciclisti che ormai sono davvero tanti e sarebbe il caso che qualcuno ne prendesse atto. Cento chilometri a parlare di triathlon con Fabio e Fabio, uno allenatore della nazionale azzurra, l’altro collega e voce di tante gare a cui riesce sempre ad aggiungere qualcosa. Cento chilometri nella scia di Sabrina Schillaci e della sua “Race Across limits”, un giro d’ Italia che serve a raccogliere fondi da destinare ad un progetto che sosterrà C.O.ME. Collaboration Onlus, una fondazione che si dedica all’osteopatia, alla ricerca e a progetti sui bimbi prematuri, quelli nei Paesi più poveri del mondo ma soprattutto ai trattamenti osteopatici ai neonati e bimbi disabili. Oggi era l’ottava tappa di un viaggio che il Covid ha complicato non poco ma che questo architetto di Besana Brianza, con la sua tenacia, ha organizzato lo stesso  con una staffetta partita la settimana scorsa dalla Lombardia, che sta continuando grazie ad una serie di “gregari” in  Liguria, Piemonte, Emilia, Campania e oggi in Basilicata e che si concluderà il 18 di giugno.  «Ci tenevo a far sì che questa iniziativa continuasse- aveva raccontato prima di partire- ma purtroppo abbiamo dovuto fare i conti con questa emergenza. Così è nata l’idea della staffetta e di “arruolare” alcuni amici che corressero ogni giorno idealmente con me. Tappe di 100-120 chilometri a cui ci si può aggregare come nella passata edizione. Io pedalo sempre in Lombardia  replicando ogni giorno i chilometraggio della tappa che effettua la staffetta. Ogni giorno su un percorso diverso dai laghi, alla Valsassina, alla salita del Selvino…».  Oggi tappa piatta, tra fiume e navigli,  tra le dighe di Turbigo, Tornavento, Vizzola fino al Panperduto. Cento chilometri  per continuare un viaggio che  che per Sabrina è un segno del destino arrivato dopo una disgrazia nel giorno di Ferragosto di dieci anni fa, quando uno scoglio, è finito di traverso nella vita di suo marito costringendolo su una sedia a rotelle. « In un attimo è cambiato tutto- racconta- La sua e la mia vita. La nostra casa, il nostro lavoro, la nostra azienda, i nostri progetti…». Spesso il futuro non è come ti aspetti e tocca farci i conti che magari non tornano. «Non ero pronta – ricorda – e presto sono caduta in una forte depressione perché siamo forse abituati a dare troppe cose per scontate». E allora si va alla ricerca di una nuova normalità. Che è arrivata pedalando per aiutare chi aiuta…

 

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