Te lo godi il quinto titolo mondiale di Filippo Ganna , il primo su strada a cronometro  per un azzurro. Te lo godi perchè a cronometro te li godi i ciclisti.  Stile, compostezza, potenza. C’è l’anima di un ciclista in una crono. Perchè c’è poco da inventare. Non ci sono scie o strategie. Non c’è tattica nè squadra. Tutti contro tutti ma soprattutto contro se stessi. Perchè distrarsi è un attimo e mollare pure. E invece bisogna restare concentrati sullo sforzo massimo, capire fino a che punto si può continuare ad osare, fino a che punto ci si dovrà sfinire. Trentun chilometri, quasi trentadue, a 53 chilometri orari di media:  non è semplice anzi è una missione impossibile. Bisogna spingere, stare corretti in sella, non scomporsi, non sbagliare traiettorie, pedalare il più rotondo che si può, riuscire a respirare anche se i polmoni sono compressi perchè si sta con la pancia parallela alla canna. E basta guardarli in faccia Ganna, Dumoulin, Van Aert, Thomas e Rohan Dennis che puntava a uno storico tris e invece è finito quinto a quasi 4o secondi. Tutti con lo stesso sguardo perso nel vuoto, inespressivi, quasi assenti. E invece no. Quando si fa una crono si pensa  solo a quello. E’ un rovello. La moto davanti che indica dove andare, la riga bianca della mezzeria,  i marciapiedi, le transenne. Pensi che stai andando forte, piano, che stai perdendo, guadagnando, che può bastare o che non basterà…L’avversario c’è ma non c’è. Ed è peggio, è più insidioso. Perchè su una salita lo vedi, lo segui se ce la fai lo stacchi oppure provi ad incollarti alla sua ruota  fissando lo sguardo sulle ganasce dei suoi freni, sul mozzo senza pensare a nulla. A cronometro puoi solo inseguire i pensieri. E questo ragazzone  di Verbania,  un metro e novanta per  83 chili di muscoli e potenza, ormai ha imparato alla perfezione ad inseguire i suoi sogni. E va talmente veloce che riesce ad acciuffarli…