Maratoneti, triatleti, ciclisti che si affannano in pedalate di ore, insomma tutta la gente che fa fatica faccia attenzione: secondo uno studio tedesco  la pratica prolungata di endurance rischia di avere effetti anche sul cervello. E non buoni. Brutta botta per chi corre. Sulla maratona e gli sport di endurance  si sono affannati in tanti a spiegarci che non fanno sempre bene, che ci distruggono ginocchia, schiena anima e cuore. Sarà… Ora però arrivano i ricercatori  tedeschi a dire che forse fanno anche diventare meno intelligenti. Gli appassionati delle lunghissime distanze, in particolare i maratoneti, rischiano infatti di vedersi ridurre il volume della loro materia cerebrale. A sostenerlo è la ricerca due medici  di Ulm, Wolfgang Freund e Uwe Schuetz pubblicata tempo fa anche dallo “Spiegel”. Qualche anno fa insieme ad altri colleghi i due ricercatori  hanno seguito 10 partecipanti alla maratona transeuropea  con 64 tappe in media di 70 km l’una, che li hanno condotti dall’Italia meridionale a Capo Nord. Utilizzando strumenti per la risonanza magnetica nucleare gli studiosi tedeschi sono riusciti a riscontrare gli effetti prodotti sul cervello dallo sforzo fisico. Il sorprendente risultato delle analisi ha messo in evidenza che la corsa a piedi produce una continua diminuzione della materia grigia, che dopo 4mila km si era ridotta in media del 6%. Il motivo di questo restringimento della materia cerebrale viene spiegato con l’enorme fabbisogno energetico del corpo umano durante la corsa. «Chi corre divora materia grassa da ogni angolo», spiega il dottor Freund,  il che in una sintesi estrema (ed anche un po’ ignorante) fa pensare che facendo sport di lunga durata correndo dimagrisca anche il cervello. Ma Freund  tranquillizza  gli appassionati di sport estremi, spiegando che le cellule del cervello non muoiono a seguito delle lunghe corse, ma si restringono soltanto. Otto mesi dopo la lunghissima maratona transeuropea il cervello degli sportivi esaminati aveva infatti ritrovato la dimensione precedente. Ciò detto per onor di cronaca.