Con il Piemonte in zona rossa la notizia era nell’aria ed è il neo presidente della Federazione italiana triathlon Riccardo Giubilei ad annunciarla: “Siamo costretti a rinviare i campionati giovanili di duathlon in programma il 10 e l’11 aprile a Cuneo- spiega in una diretta sul web- Capisco il disappunto dei ragazzi, tra cui mio figlio, ma sono scelte necessarie…”. Va così anche quest’anno. Va così con il Covid che rende tutto un po’ precario e appeso a un filo anche se si cerca di guardare avanti e la Commissione Gare della Federazione sta già lavorando per la ricollocazione dell’evento nel fine settimana dell’11-12 settembre. Cuneo quindi va in calendario dopo l’estate che si spera sia meno “blindata” anche grazie ad una campagna vaccinale che prima o poi smetterà di zoppicare.  Gli assoluti giovanili saltano perchè, come ha spiegato l’assessore allo sport Cristina Chierico dopo aver partecipato alla riunione di due giorni fa del Tavolo di sicurezza, non c’è la possibilità di ospitare un campionato italiano con gli attuali numeri di contagi e di ricoveri negli ospedali piemontesi.  Non è colpa di nessuno, è’ la logica dell’emergenza. Una logica che si può discutere quanto si vuole ma che impone scelte e rinunce ancorchè dolorose. Resta il fatto che a pagare il prezzo più alto da un anno a questa parte continuano ad essere i ragazzi, vittime sacrificali di una pandemia che ha cancellato loro lo sport, la scuola, le amicizie e i primi amori. Così vale la pena di interrogarsi per capire in quale direzione vanno convogliati tutti gli sforzi, su quali siano le priorità, su cosa le varie Federazioni debbano puntare in un momento di assoluta incertezza come questo. Per restare in ambito sportivo  sarebbe il caso di chiedersi  ad esempio se sia il caso di continuare l’attività agonistica aprendola anche agli atleti amatoriali o se limitarla ai soli èlite e ai settori giovanili per competizioni di carattere nazionale  e internazionale.  Il punto è tutto qui. Lo sport professionistico è giusto che, seppur  tra mille difficoltà, continui a non fermarsi e a gareggiare. E giusto che gli atleti che hanno già in tasca la qualificazione per Tokyo vengano ad esempio vaccinati, senza parlare di  privilegi perchè è chiaro che i “furbetti” sono altri.  Ma è giusto anche che se uno sforzo si debba fare lo si faccia per tutti quei ragazzi e quelle ragazze che in questa emergenza stanno pagando il prezzo più alto. E’ una ricompensa alla loro pazienza e alla loro “resilienza” come si usa dire tra gli sportivi.  E’ un investimento sul futuro e un po’ glielo dobbiamo…