“Cosa significa aver segnato il nuovo record italiano in maratona? Significa che nessun italiano nella storia ha mai corso più forte di me, fa strano detto così. Queste sono le cose che ogni atleta sogna di raggiungere prima o poi nella vita.  In quello che agli occhi di molti sembra un semplice accostamento di cifre, io vedo anni di incessabile lavoro e sacrificio, anni in cui sono stato testato con il successo e il fallimento, le insicurezze che mi hanno fatto dubitare di essere adeguato per questo sport, gli infortuni che mi hanno mostrato le mie fragilità, la lontananza dalla mia famiglia, la quotidiana sofferenza fisica e mentale. Questo è stato il prezzo da pagare per entrare nella storia…”. Iliass Aouani racconta così,  su un suo profilo social, il giorno dopo il primato italiano sui 42km “firmato”  a Barcellona (2h07’16”) dove è arrivato nono nella gara vinta dal keniano Marius Kimutai in 2h05’06”. Per l’atleta delle Fiamme Azzurre il tempo vale anche il tempo limite fissato dalla World Athletics per le Olimpiadi di Parigi (2h08:10) oltre che per i Mondiali del prossimo agosto a Budapest (2h09:40).  “So già che Yeman Crippa molto presto farà meglio- scrive-   ma questo record non toglie nulla al prestigio di chi lo deteneva prima di me e  anche quando verrà battuto a sua volta non cambierà il significato e la grandezza di quanto raggiunto in questo momento”.  Gelindo Bordin, Stefano Baldini,  Stefano Leone, Eyob  Faniel, tanto per citarne alcuni, ed ora Iliass Aouani .  Bella la storia quella di Aouani, 27enne nato a Fquih Ben Salah in Marocco, ma arrivato in Italia, a Milano,  all’età di due anni con i suoi genitori. Storia di tenacia e riscatto per chi, cresciuto a Ponte Lambro,  periferia orientale della città, non ha trovato davanti a sè una strada spianata.  Lì studia e comincia ad allenarsi  e a gareggiare con i colori dell’Atletica Ricciardi. Nel 2015 vince una borsa di studio che lo porta a continuare gli studi in Texas, alla Lamar University, e a finirli quattro anni dopo alla Syracuse University dove si laurea in ingegneria. Torna in Italia e si trasferisce a Ferrara agli ordini di Massimo Magnani e, due anni fa firma un poker formidabile vincendo i titoli assoluti nel cross, nei 10mila in pista e su strada e nella mezza maratona. La stagione scorsa vede il debutto in maratona a Milano che vince con il miglior tempo mai realizzato da un esordiente (2h08’34”) e,  sempre sui 42km , un diciannovesimo posto (2h15’34″) agli Europei di Monaco attardato dai crampi. Poi due giorni fa l’impresa di Barcellona che sembra l’inizio ( o la continuazione) di una storia importante realizzata grazie al grande lavoro del suo staff, dal suo allenatore, al suo manager al suo fisioterapista che nel suo post ringrazia: ” Ma tutto ciò non sarebbe possibile se con il permesso di Allah-  scrive- e devo ringraziare i miei genitori, l’ammirevole sacrificio di mio padre, le preghiere notturne di mia madre e quello che mi hanno insegnato e trasmesso. Nulla di quello che potrei mai fare li ripagherebbe quanto meritano… “