Ci sono città dove ci si arrabbia meno, altre di più. Milano storicamente è una delle più “incazzose” con i maratoneti ma in genere con tutti gli sportivi, e non solo gli sportivi, che ogni tanto ( chi si lamenta dice però sempre…) prendono possesso per una mattinata delle strade della città. E una vecchia storia che si trascina dalle prime edizioni della Stramilano che poi ha purtroppo “contagiato” la Milano Marathon e le altre sfide che sono venute senza risparmiare il Giro d’Italia. Una storia antica fatta di insulti, di liti agli incroci, di uova lanciate dai balconi, di gente addirittura venuta alle mani. Un po’ triste per una citta dal respiro internazionale che s’incarta sul rito dei pasticcini da comprare la domenica mattina ovviamente senza la scocciatura di dover aggirare una transenna. Ma tant’è. Milano, Roma, Firenze, Tokyo, New York, Boston, Londra, Parigi ogni grande città ha la sua partecipata maratona. Un vanto ed una opportunità perchè da sempre le maratone portano con sè l’idea del viaggio,  della vacanza spesso fatta in famiglia e quindi indotto e denari. Che per chi ha casa sulla finish line è una magra consolazione che non lenisce la rabbia, ma per chi amministra le città dovrebbe essere giusto motivo di riflessione e di collaborazione con chi organizza. Non solo. I grandi eventi sportivi richiamano atleti famosi che  sono uno stimolo all’ emulazione soprattutto per il coinvolgimento dei ragazzi negli sport di base. Così è con Yannick Sinner ora per il tennis, così per le olimpiadi e le vittorie azzurre, così è per le grandi maratone che invadono le città. La maratona di New York, tanto per fare un esempio, non porta solo tantissimi spettatori ad applaudire sulle strade ma ha trascinato a correre i tutti questi anni milioni di persone che prima stazionavano stabilmente  sui divani. Ed è un investimento che permette di risparmiare tanti soldi in sanità per il popolo adulto e permette di far crescere una generazione di ragazzi sportivi che, oltre a star bene fisicamente e psicologicamente,  apprende dallo sport i valori più importanti. Uno su tutti quello della sconfitta che fa parte delle cose, della vita, che è sempre un punto di ripartenza e non di vendetta. E vale anche nel rapporto con le persone, con una moglie, con una fidanzata. Saper accettare di perdere qualcosa o qualcuno vale di più di tante panchine rosse, di tanti segnetti rossi sul viso, di tanta troppa retorica…Anche per questo le città devono applaudire i maratoneti…