Itay ha 15 anni ed è un triatleta. La mattina del 7 ottobre esce presto in bici dal suo kibbutz a  Or HaNer, vicino a Sderot,  per allenarsi pedalando verso Kfar Gaza con Avi Shahar e  Zohar suoi vicini di casa.  Ma non è una mattinata delle tante perchè da lì a poco scatteranno gli attacchi di Hamas nei territori israeliani. “Erano le sei e mezzo del mattino quando abbiamo sentito il Tzeva Adom, l’ allarme rosso che indica un attacco missilistico- ricorda Erez Cohen, il padre di Itay al quotidiano israeliano Mako-  Siamo abituati  ma quella mattina si capiva che era tutto diverso e mezz’ora prima Itay era uscito in bici…L’ho subito chiamato e mi ha rassicurato, mi ha detto di aver sentito la sirena e che lui con altre due compagni di allenamento erano nel rifugio alla stazione degli autobus e stavano caricando le biciclette su un’auto per tornare a casa…”. Ma non fila tutto liscio. Pochi minuti dopo  i ragazzi vengono attaccati a colpi di mitra dai terroristi. Raffiche che mandano in frantumi i finestrini dell’auto su cui  erano saliti e colpiscono Avi alle braccia, Zohar ad una spalla e Itay in faccia con schegge che lo feriscono agli occhi. Una decina di minuti dopo Itay riesce a richiamare suo padre, lui pure sotto attacco con la moglie Rinat e in contatto con l’altro figlio Yam che nella sua casa al Kibbutz Nir Oz è circondato dai soldati di Hamas:  “Lo sento gridare al telefono- racconta Erez Cohen- Urla perchè è ferito ad un occhio, cerca aiuto e in qualche modo riesce a scappare e a raggiungere una stazione di servizio a Kfar Gaza. Provo a inviare aiuto ma non ci riesco. Chiamo la polizia e mi dicono che stanno mandando qualcuno ma non arriva nessuno…”. Nel frattempo un automobilista salva Itay e i suoi amici e li  porta d’urgenza all’ospedale di Soroka: “Ricevo una chiamata dall’ospedale  che mi chiede il permesso di operarlo all’occhio- racconta il padre- Poi mi fanno sapere che Itay  viene trasferito al Wolfson Medical Center di Holon per cure ulteriori  che però non riescono  salvargli l’occhio destro ma gli rimuovono alcuni frammenti di proiettili dalla testa”. Cronaca di una mattina assurda come sono assurde guerre e  terrorismi. Ma ci si difende continuando a vivere. Pochi giorni fa Itay è tornato ad allenarsi per il triathlon, è tornato in sella nel velodromo di Tel Aviv nel corso di un evento organizzato dalla federazione ciclistica israeliana e dalla squadra professionistica Israel Premier Tech. “È stato emozionante tornare a correre, mi è mancato” ha detto. Con lui anche l’amico  Zohar ed un’altra decina di ragazzi sfollati dal kibbutz Nir Am. “Ho un figlio forte e ottimista” ha detto il padre. E così si va avanti.