E’ la prima volta che l’inaugurazione di un’olimpiade non avverrà in uno stadio e il prossimo 26 luglio, durante la cerimonia di apertura, 600 mila spettatori avranno gli occhi fissi sulla Senna. Da quando a Parigi sono stati assegnati i Giochi Olimpici e Paralimpici il fiume è al centro dell’attenzione e non è mai stata così “coccolato”  per garantirne la pulizia.

A differenza degli anni ’80 durante i quali vi venivano scaricati ogni anno 20 milioni di metri cubi di acque reflue, per i Giochi la Senna sarà un altro fiume. Per renderlo balneabile finora sono stati  spesi 1,4 miliardi di euro, di cui 700 milioni a carico dello Stato. “Sono stati installati circa 24.000 ulteriori collegamenti idrici per i filtrare i servizi igienico-sanitari e spesi per questa operazione 300 milioni di euro- ha spiegato pochi giorni fa Marc Guillaume, prefetto della regione Île-de-France- e oggi il 66% della Senna è già stato disinquinato”.

Ma potrebbe non bastare. E infatti gli organizzatori dei Giochi,  e non solo loro perchè se il progetto dovesse fallire per la Francia sarebbe davvero una figuraccia olimpica, non si sentono ancora del tutto tranquilli. Stanno sudando freddo per mantenere il loro impegno: il successo delle gare di nuoto nella Senna dipende dalla qualità delle sue acque che, sebbene sia migliorata, non è ancora soddisfacente. Le analisi effettuate tra il 2015 e il 2023 e trasmesse dal Comune di Parigi, mostrano ampie variazioni la scorsa estate, con diversi picchi nella concentrazione di uno dei due batteri che indicano la contaminazione fecale, l’Escherichia coli.

In base alla direttiva europea sulla balneazione del 2006, nessuno dei 14 punti di campionamento delle acque di Parigi ha raggiunto un livello di qualità sufficiente nel 2023, generalmente da giugno a settembre. La concentrazione di E. coli supera il massimo richiesto (900 unita formanti colonie/100 mL) in tutti i punti. La concentrazione di enterococchi, l’altro batterio preso in considerazione dalla normativa, supera leggermente la soglia richiesta al Pont d’Ivry (sud-est) e al Pont du Garigliano (sud-ovest). Paul Kennouche, responsabile dell’unita ciclo e qualità dell’acqua della citta di Parigi, sottolinea che degli otto «punti principali» selezionati dal comune, sei hanno visto migliorare la loro qualità e due sono stabili. Ma nessuno di essi ha raggiunto il livello previsto dalla direttiva europea. Pur riconoscendo che i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative, le istituzioni responsabili di questa delicata questione rimangono fiduciose per le Olimpiadi.

Le prove generali (test-events nel linguaggio olimpico) dell’agosto 2023 si sono trasformate in un incubo per gli organizzatori all’inizio di agosto, la gara di nuoto di fondo prevista dal 4 al 6 agosto tra il ponte Alexandre III e il ponte Alma e stata annullata perchè le soglie di qualità stabilite dalla federazione internazionale World Aquatics sono state chiaramente superate dopo le forti piogge.  Anche per il  triathlon e il paratriathlon che si sono svolti dal 16 al 20 agosto nella stessa zona, due giorni di eventi sono stati annullati a causa dell’inquinamento dell’acqua, questa volta causato da una valvola difettosa, secondo quanto riferito dal municipio.

Da allora, la citta di Parigi ha annunciato che l’intera procedura di analisi sarà raddoppiata per l’estate del 2024 (due campioni, due ingegneri, due laboratori).  Ma il meteo rimane il «rischio principale» per il buon svolgimento dei Giochi, ammette la prefettura, che teme «precipitazioni eccezionali». In caso di forti piogge, l’acqua non trattata – una miscela di pioggia e acque reflue – potrebbe essere scaricata nel fiume. Il piano B prevede di posticipare di qualche giorno gli eventi sulla Senna, ma senza cambiare la sede.

I primi a tuffarsi nella Senna per i Giochi saranno i triatleti  poi toccherà ai nuotatori che si giocheranno le medaglie in acque libere, dopodichè via libera per tutti grazie all’eredità che lasceranno le olimpiadi con un investimento di bonifica che resterà negli anni a venire. E che realizzerà il sogno che, l’allora sindaco della Ville Lumiere Jacques Chirac, aveva fatto diventare  il cavallo di battaglia della sua campagna elettorale: “Entro tre anni i parigini andranno in spiaggia sulle rive della Senna e potranno fare il bagno…” aveva promesso. Era il 1990 e non se ne fece nulla e così rimase (e rimane) un divieto di balneazione datato 1923. Non se n’è fatto nulla finchè non sono arrivate le Olimpiadi che, quasi sempre, oltre ad essere lo straordinario spettacolo sportivo che sono, hanno la capacità di cambiare il volto delle città che le ospitano lasciando in dote impianti e strutture. Così sarà a Parigi dove, nei prossimi anni, è prevista l’apertura di una ventina di stabilimenti balneari nell’Ile-de-France