«La prima medaglia d’oro a Nicolò Martinenghi. Orgoglio varesino sul podio olimpico a Parigi. Grande Tete…». Così aveva twittato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, lui pure varesino come il governatore Attilio Fontana che infatti ieri mattina ha reso omaggio all’impresa dell’azzurro nella vasca della Defense Arena a Parigi: «Ho il piacere di conoscerlo personalmente- racconta a margine della riunione di Giunta – Un ragazzo veramente serio, perbene, simpatico. Una persona pulita che si merita quello che è riuscito ad ottenere». Commenta la prima medaglia d’oro azzurra, conquistata dal varesino e non perde l’occasione per invitarlo ufficialmente in Regione: «Già tre anni fa a Tokyo – prosegue Fontana – Nicolò vinse una medaglia, non era d’oro ma di bronzo, ancora una volta ha dimostrato le proprie capacità, la propria forza, la propria determinazione, soprattutto perché il nuoto è uno sport molto molto “difficile“, con allenamenti duri e continui. Siamo molto orgogliosi di lui e lo aspettiamo a Palazzo Lombardia per festeggiare…». Il primo oro azzurro ai Giochi quindi è lombardo, che conta quel che conta perchè mai come in un’olimpiade l’azzurro tiene insieme il Paese intero, ma che comunque è una bella soddisfazione anche perchè arriva dalla stessa Varese del governatore che di Martinenghi è da sempre tifoso. Il nuotatore azzurro che, 24 anni dopo l’impresa a Sidney di Domenico Fioravanti, ha riportato la rana azzurra sul gradino più alto dell’Olimpiade, è nato nel 1999 a Varese e vive ad Azzate dove è cresciuto con la «fissa» dello sport. Un passione viscerale per il basket, per la Pallacanestro Varese e nel calcio per l’Inter che ha contaminato anche gli studi visto che ha frequentato e si è diplomato al Liceo scientifico sportivo di Busto Arsizio «Marco Pantani», compagno di classe di Matteo Gabbia oggi titolare tra i rossoneri del Milan. Ma fortunatamente basket e calcio sono rimasti nel cassetto perchè «Tete», come lo chiamano in po’ tutti e come si racconta lui nella seguitissima web series su Youtube «DiscoverTete» dove ha deciso di condividere un pezzetto della sua vita, del suo nuoto, dei suoi allenamenti e delle sue fatiche, ha poi deciso di prendere la strada della piscina: «Gioia, odio e dolore». Decisivi nella sua vita papà Samuele, orafo con la passione della pallacanestro, la mamma Alessandra, il fratello Jacopo e la fidanzata Adelaide, la prima che è corso ad abbracciare dopo la vittoria. Ma decisivi nella sua crescita sportiva l’allenatore Marco Pedoja, che lo segue da sempre, da quando ha cominciato nelle gare giovanili e che gli aveva «profetizzato» l’oro e Lorenzo Marconi, mental coach, capace di liberare la sua testa dalle tensioni che uno sport a questo livello può portare, ispirandosi ai pensieri e agli esercizi spirituali dei monaci tibetani. Il resto sono una bella zazzera color platino, la passione per la moda, per i bei vestiti e per il Monopoli: perchè il nuoto è quasi tutto, ma non tutto…