Cala il sipario (finalmente) sulle acque della Senna, con buona pace di tutti: triatleti, nuotatori, organizzatori, francesi tutti. Si chiude con la 10 km di nuoto che, dopo il bronzo fantastico di ieri di Ginevra Taddeucci oggi regala agli azzurri un quarto posto per Domenico Acerenza. Fine quindi. Fine di un capitolo tormentato di queste “macroniadi”, i Giochi che mostrano la meglio Francia al mondo,  dove la realtà non è più quella che è, che si vede, si tocca e si annusa. Dove la realtà può diventare ciò che si vuole o ciò che si è deciso che sia. E allora la pioggia battente, sotto la quale vengono lasciati oltre  duecento capi di Stato nel giorno dell’inaugurazione non è che un risibile incidente di percorso o neppure quello: perchè forse è piovuto? E allora l’Ultima cena con le Drag Queen non è l’Ultima cena ma un dipinto seicentesco che raffigura gli dei greci sull’olimpo in occasione del matrimonio di Teti e Peleo. Oppure un riferimento a Gargantua e Pantagruele, la serie di romanzi scritti da François Rabelais nella prima metà del Cinquecento. Oppure altro ancora.  E allora la Senna non è color nocciola come si vede ma verde, azzurra, rossa, basta deciderlo. E allora E allora gli atleti belgi, svizzeri, norvegesi non si sono infettati nella acque del grande fiume ma altrove o forse non si sono infettati per nulla. E chissà cos’altro ancora potrà succedere in questa olimpiade che mostra la Francia migliore, quella più efficiente, organizzata, sostenibile, laica e inclusiva.  Stiamo assistendo ad un’altra rivoluzione francese, senza sangue o ghigliottine in piazza. Una “rivoluzione francese 2.0” che nell’epoca delle fake news, del fact checking, del dubbio a prescindere, delle realtà mai più assolute impone al mondo un altro grande principio da affiancare a Libertà, Uguaglianza e Fraternità: “la pre-verità”.  Dogma assoluto attorno al quale girano per ora questi Giochi olimpici e poi si vedrà. Come va tanto di moda dire oggi ciò che conta è la “narrazione”. E la narrazione ufficiale racconta che i francesi hanno deciso che su questa olimpiade non ci devono essere né dubbi né incertezze.  Quindi la Senna è balneabile anche da un giorno all’altro, da una notte all’altra, anche se non ci crede nessuno, anche se non lo è… E allora la realtà diventa ciò che serve. Una sfida di nuoto in un fiume azzurro che più azzurro non si può…