Sono partiti in 150 e hanno finito in novanta a braccia alzate fin lassù, fino ai 2.600 metri del Passo Paradiso. A vincere, tra gli uomini, è stato il bresciano Marco Corti  del Zerotrenta Triathlon in 12 ore e 24 minuti mentre tra le donne prima al traguardo è arrivata la tedesca Tanja Spielberger del Dtu Triathlon, che ha concluso la sua fatica in  14 ore e 56 minuti. Finisce così, con la solenne cerimonia di consegna della iconica pietra, “The Stone”  il  triathlon estremo d’alta quota sulla distanza Ironman organizzato da TriO Events in partnership con Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comune di Ponte di Legno e Comune di Sulzano.  Non bastano le parole perchè è difficile raccontare un’impresa così. O forse facilissimo. Qui si va oltre il triathlon. Oltre la fatica che già si fa, oltre la bellezza di molti posti dove ci si tuffa, dove si pedala, dove si corre. Oltre la paura di provarci. Lo “Stone” extreme triathlon” che si corre in Valcamonica  tra lago d’Iseo, Ponte di Legno, Gavia,  Mortirolo e Passo Paradiso nasce un po’ così, su questo filone. E’ il sogno nel cassetto di chi almeno una volta nella vita ci vuole provare, lo sfizio di chi vuol mettere in bacheca una gara estrema. Dal Norseman in Norvegia, al Celtaman in Scozia all’Escape From Alcatraz in California ci sono gare di triathlon che sono anche un’altra cosa, che servono a dimostrare solo a se stessi che si poteva fare. Che basta volere. Più che una gara è una avventura alla scoperta dei propri limiti: “Una bella emozione – racconta commosso Marco Corti al traguardo-. E’ il mio primo extreme triathlon: mi sono divertito, dal nuoto nel buio della notte alla frazione di bici particolarmente dura. La cosa importante è sapersi gestire. Gli ultimi 20 km sono stati molto sfidanti. È stato un viaggio fantastico”. Corti è stato il primo degli atleti a conquistare le agognate «porte del Paradiso», con un traguardo meravigliosamente innevato. Entra di diritto nell’albo d’oro di una sfida dalle grandi fatiche e dalla grandi emozioni con oltre 6mila metri di dislivello tra nuoto, bici e corsa, che ha avuto inizio dalle acque del Sebino, alle ore 4 del mattino, fino ai 2.600 metri di Passo Paradiso. Gli StoneMen hanno affrontato 3.8 km di nuoto, 175 km in bici, tra le province di Brescia e Sondrio con il superamento degli storici passi Aprica, Mortirolo e Gavia, e, infine, 36 km di corsa sui sentieri dell’alta Valle Camonica. Novantadue i finisher totali dei 150 triatleti al via, giunti da 14 Paesi, da Germania, Svezia, Austria, Ungheria, Belgio, Francia, USA, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Gran Bretagna, Sud Africa e ovviamente Italia. Hanno vinto Corti e la Spielberger ma, mai come in questo caso, hanno vinto tutti gli Stoneman perchè qui  vale solo arrivare e vincere forse è davvero un dettaglio.  Hanno vinto anche tutti quelli che non ce  l’hanno fatta: solo per aver avuto il coraggio di partire.