17Apr 15
/*php the_content('Read the rest of this page »'); */?>
I lettori del Giornale sanno già che il Def 2015-2019 del governo di Matteo Renzi è una boiata pazzesca. Glielo ha spiegato con dovizia di particolari il nostro ottimo collega Antonio Signorini svelando da una parte l’incubo di 63 miliardi di tasse in più nel triennio 2017-2019 (dando per assodato che l’anno prossimo si eviti lo scatto delle clausole di salvaguardia con un aumento monstre delle aliquote Iva). Antonio vi ha anche fatto sapere che l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (il guardiano dei conti che opere nelle due Camere) ha sottolineato che le previsioni di crescita sono troppo ottimistiche e, se […]
Scritto in
Crisi - Tag:
Alberto Bagnai,
bad bank,
banche,
Bce,
bonus 80 euro,
capitale,
clausole di salvaguardia,
Comuni,
costruzioni,
crescita,
debito,
Def,
deflazione,
disoccupazione,
elezioni,
euro,
Fabio Balboni,
fattori della produzione,
FCA,
Ferrari,
flessibilità,
formazione,
Francesco Daveri,
Germania,
Grecia,
Hsbc,
Indesit,
innovazione,
investimenti,
Iva,
lavoro,
LC Macro Advisors,
legge Biagi,
London School of Economics,
Lorenzo Codogno,
Manpower,
Margareth Thatcher,
Matteo Renzi,
Ministero dell'Economia,
Ocse,
Olanda,
pensioni,
Pier Carlo Padoan,
pil,
politica dei redditi,
precari,
prestiti,
previsioni,
produttività,
produttività del lavoro,
Pubblica amministrazione,
Quantitative Easing,
reddito,
Regioni,
riforma della PA,
riforma fiscale,
riforma Treu,
Robert J. Gordon,
Ronald Reagan,
sanità,
scuola,
sofferenze,
spending review,
svalutazione,
tasse,
tesoretto,
Whirlpool
Wall & Street © 2024
05Ago 14
/*php the_content('Read the rest of this page »'); */?>
Essere di centrodestra significa tagliare le tasse. Questo paradigma ve l’abbiamo già raccontato in un recente post. Dalla teoria alla pratica, però, il passo non è breve. Soprattutto quando ci si riferisce alla situazione italiana perché, come sappiamo, la massa enorme del debito pubblico e i vincoli imposti dall’adesione all’unione monetaria europea non consentono margini di manovra sufficienti a tradurre principali liberali in determinazioni politiche. Oltretutto, e anche questo ve l’avevamo detto, una politica economica liberale si deve adottare riferendosi all’ambiente circostante. Poiché i liberali sono amanti dell’equilibrio del bilancio e non del deficit è chiaro che ai tagli si […]
Scritto in
Crisi - Tag:
agevolazioni fiscali,
Angela Merkel,
asset strategici,
Bce,
Carlo Cottarelli,
Cdp,
centrodestra,
certificati di credito finanziario,
Commissione Europea,
Daniele Capezzone,
debito pubblico,
Deficit,
dismissioni,
Enel,
Eni,
Europa,
Fed,
Finmeccanica,
Fiscal Compact,
Forza Italia,
Germania,
immissione di liquidità,
Indesit,
Irap,
Ires,
Irpef,
Janet Yellen,
KfW,
liberalismo,
Matteo Renzi,
pareggio di bilancio,
Per la rivincita,
pil,
sovranità monetaria,
spending review,
Svizzera,
tagli,
tasse,
Whirlpool
Wall & Street © 2024
19Feb 13
/*php the_content('Read the rest of this page »'); */?>
[photopress:ARISTON.jpg,full,centered] Gli analisti di Mediobanca hanno tagliato del 13% le loro stime sui profitti del gruppo Indesit per il 2013. Il parametro di riferimento è l’Eps, cioè l’utile per azione. A peggiorare, secondo lo studio contenuto nella tradizionale Wake up call di Piazzetta Cuccia, sono i margini operativi (per la precisione l’Ebit) a causa dell’accresciuto costo delle materie prime impiegate dall’industria del bianco, da tempo schiacciata dalla concorrenza a basso costo su lavatrici, frigoriferi e fornelli prodotti dagli impianti asiatici. Malgrado il colpo inferto dal crollo dei consumi, Mediobanca ritocca però al rialzo le prospettive a medio termine del titolo in […]
Wall & Street © 2024