Tutti Pazzi per Pirazzi. Così sta scritto sulle strade, così gridano i tifosi del “Pira” come lo chiamano i compagni di squadra. Tutti pazzi per Pirazzi soprattutto adesso, dopo il “gestaccio”, dopo quell’ombrello sul traguardo di Vittorio Veneto. Cinque anni da professionista, zero vittorie e un mare di critiche. Pirazzi sbaglia, Pirazzi non sa leggere la corsa, Pirazzi non ha i tempi giusti, Pirazzi spreca di qua e spreca di là, se la squadra ha perso è colpa di Pirazzi. E via così. Un tiro al piccione che deve avergli fatto rizzare le piume un bel po’. E siccome dopo duecento chiloemtri a tutta non è che si è lucidissimi  ieri Pirazzi indovina l’ultimo chilometro e manda a tutti un bel saluto. A tutti quei maestrini che per anni gli avevano spiegato come e cosa doveva fare. A tutti quegli esperti che comodamente seduti in poltrona gli avevano suggerito la ricetta giusta per vincere. A tutti quelli non hanno mai pedalato un metro però è come se scattassero, sudassero e faticassero. Almeno dicono…Così Pirazzi ieri ha fatto ciò che probabilmente avremmo fatto tutti noi con un capo che ti rompe l’anima da sempre, con una suocera che ti spiega come caricare l’auto per le vacanze, con il vicino di casa che ti devasta l’anima col regolamento di condominio. Siamo tutti un po’ Pirazzi ma spesso non abbiamo il coraggio di essere Pirazzi fino in fondo. Dicono a Roma che quando ce vò..ce vò. E Pirazzi ieri deve aver pensato che ci voleva proprio.  Intendiamoci non è un eroe ma neppure va messo in croce. S’è tolto un peso e  ora sicuramente è più sereno. Per le scuse c’è sempre tempo. soprattutto in un Paese dove c’è gente che fa ben di peggio e se ne vanta.

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