graCerto, è più ruvido pedalare sui copertoncini da 28. E’ più faticoso far scorrere le ruote sullo sterrato che magari ti costringe anche a fermarti, a scendere, a ripartire. E’ a volte più complicato, perchè la strada  fila via liscia, senza sbalzi, non ti obbliga a scartare, deviare all’improvviso. Non devi fare i conti con buche, fango, rami, sassi che sporgono.  Non si improvvisa in strada. C’erano una volta le bici da ciclocross, oggi va di moda chiamarle gravel,  perchè un po’ sono diverse ma forse anche perchè l’inglese ci piace tanto, o forse no. Dipende.  Ma, fregandosene delle parole,  la gravel è un bel concetto,  nuovo, fresco,  “figo” come si dice oggi. Un bel compromesso che sta prendendo corpo e che sta raccogliendo attorno a sè un numero sempre maggiore di appassionati.  E’ la giusta via di mezzo che mette d’accordo  gli stradisti e i “rampichini” delle mountainbike. La misura perfetta quando la misura è colma,  per chi ne ha abbastanza del rumore del traffico, dei camion che ti sfiorano,  del fumo degli scarichi. E allora la gravel serve a dare un taglio, a cambiar strada.  Fino a qualche anno fa questa era terra di nessuno oggi invece è terra di conquista con tanti che ci provano e che ci stanno prendendo gusto conquistati da un ciclismo più da viaggiatori che da velocisti. Su questa via in parte sterrata e in parte no si avventureranno sabato 26 ottobre  i partecipanti alla seconda edizione della “Milano Gravel roads” , la sfida ciclistica organizzata da Turbolento che quest’anno in occasione del  Centenario Columbus 1919-2019, la storica azienda milanese che da cento anni produce tubi speciali d’eccellenza per biciclette (e non solo),  diventa  la “Columbus 100 km” e la “Columbus oversize 155km”. Poco cambia rispetto alla prima edizione. Si parte dalla  Canottieri San Cristoforo  e tra navigli, canali, sterrati e stradine di pedala nel Parco Sud in un triangolo immaginario che va da Milano a Vigevano a Pavia.  Si passa dal borgo di Cassinetta, da Bernate, si attraversa una prima volta il Ticino sul ponte  di Turbigo  pedalando nei boschi del Ticino. Tra sterrato e asfalto si raggiunge la piazza Ducale di Vigevano. Da lì,  sempre alternando tratti di asfalto e di sterrato, boschi e rogge si passa nuovamente il Ticino sul ponte delle barche di Bereguardo per rientrare verso Milano dalla strada di Morimondo e dall’alzaia del Naviglio Grande . Un bel viaggetto in perfetto stile Turbolento: ” E’ la madre di tutte le gravel…”- spiegano gli organizzatori che ovviamente si affrettano ad aggiungere il più classico dei loro slogan: “It’s a ride not a race…” e ci mancherebbe. Perchè se pedali su una gravel quando pensi al tempo guardi il cielo e incroci le dita. Non ti viene in mente il crono…

https://turbolento.net/prodotto/gravel-road-di-ottobre/