Versatile Jane Austen: dai Meridiani a Netflix
Consultando Wikipedia ho scoperto che Persuasione, l’ultimo romanzo (uscito postumo nel 1818) di Jane Austen ha avuto numerose riduzioni cinematografiche e altrettante come sceneggiato televisivo in più puntate. Ovviamente non è il solo titolo della celebre scrittrice inglese ad aver avuto questa fortuna nel mondo di celluloide. Orgoglio e pregiudizio, il suo più celebre romanzo, a esempio, ha una sorta di record al riguardo. Qui, però, è di Persuasione che si vuole parlare. Ho ripreso in mano questo romanzo perché spinto dalla grande accoglienza che il primo volume dei Meridiani Mondadori dedicato alla Austen ha avuto nei mesi scorsi sulla stampa italiana. L’opera è stata accolta con entusiasmo e all’autrice sono stati tributati gli onori dovuti: una grande scrittrice, una sensibilità fuori dal comune, una modernità di visione e uno sguardo davvero acuto sull’animo umano. Queste in sintesi le doti della Austen che ne fanno una delle voci più importanti della letteratura inglese (seconda, per alcuni, tra cui la stessa Virginia Woolf, soltanto a William Shakespeare). Tra i tanti omaggi mi ha colpito quello di Annalena Benini sul Foglio. Mi ha colpito perché in una parentesi confessa la sua predilezione proprio per Persuasione e la sua eroina (Anne Elliot). Ed è l’identikit che ne fa ad aver dato una spinta decisiva alla mia curiosità. Anne non è più giovanissima. E’ matura (anche di età), e sa cosa vuole dall’amore coniugale. E in più sa che la storia dei sentimenti è stata scritta comunque dagli uomini e quindi non è nei libri che va cercata la controprova della superiorità dell’uno o dell’altro sesso nelle questioni sentimentali. “Se non le spiace – si schermisce Anna conversando con il capitano Harville -, non riferiamoci agli esempi che si trovano nei libri. Gli uomini hanno avuto ogni vantaggio su di noi nel raccontare la propria storia. Hanno beneficiato dell’educazione in grado tanto più alto; sono le loro mani che hanno usato la penna. No, non ammetto che i libri provino qualcosa”. Dovevo per forza prendere in mano quel romanzo, dove l’autrice fa dire alla sua beniamina che i libri non possono provare nulla! Troppo ghiotto come paradosso!
Ed eccomi qua a parlare di Persuasione (letto nell’edizione dei tascabili Garzanti con un’introduzione di Attilio Bertolucci e la traduzione di Luciana Pozzi). Anne – la nostra protagonista, ma anche una delle figure più belle e significative di tutta la letteratura moderna – è figlia di un baronetto vedovo e decaduto. Decaduto perché incapace di amministrare le proprie sostanze e soprattutto perché vittima della sua stessa vanità. La storia inizia con un trasloco forzato. Lei, il padre, la sorella Elizabeth e una (molto ambigua) dama di compagnia devono lasciare la tenuta di Kellynch Hall. Lo stato delle finanze obbliga Sir Walter Elliot ad affittare la tenuta e ad adeguarsi a una vita più modesta. Ovviamente il romanzo si sviluppa nell’unico tema attraverso il quale la Austen ha sempre allenato il suo sguardo sul mondo e sull’animo umano: le storie d’amore e soprattutto i matrimoni (combinati e non). Anche qui ce ne sono. Anche qui il tema dominante è : come accasare una figlia. Sempre a scegliere il partito migliore, cercando di non cadere nelle trappole di cacciatori di dote, impostori e ipocriti. Anne è saggia. Lei non cerca l’uomo ideale. Lei cerca le qualità autentiche che spesso in società sono difficili da manifestare. “Possedeva ogni dote: intelligenza e perspicacia, opinioni corrette, saggezza mondana e un cuore aperto agli affetti – dice il narratore, parlando di uno dei personaggi più ambigui del romanzo, quando agli occhi di Anna sembrava il modello ideale, prima di scoprirne sotterfugi e iporcisia – . Aveva vivissimo il senso dei legami familiari e dell’onore della famiglia, ma senza orgoglio o debolezza; viveva con la liberalità di un uomo dotato di beni di fortuna, ma senza ostentazione; seguiva il proprio giudizio in ogni questione essenziale, ma senza sfidare la pubblica opinione in ogni punto che toccasse il decoro. Era equilibrato, rispettoso, moderato, obiettivo; ciò che lo distingueva non era l’eccentricità del carattere o quell’egotismo che si spaccia per vigore di sentimenti: piuttosto una suscettibilità ad ogni impressione delicata e gentile e una capacità di apprezzare tutte le gioie della vita domestica che le nature inclini alle bizzarrie dell’entusiasmo o a un’eccessiva vivacità raramente posseggono”. Pensandoci bene, la Austen offre qui un ritratto dell’uomo moderno come lo intendiamo oggi. Sensibile, generoso, empatico e attento ai legami familiari dove la personalità non emerge dall’eccentricità ma dalla “suscettibilità a ogni espressione delicata e gentile”.
Il romanzo (pubblicato postumo, visto che la Austen si è spenda nel 1817) ha subìto una correzione importante proprio nella sua parte finale. Poco prima di morire l’autrice cancellò uno degli ultimi capitoli sostituendolo con altri due nei quali Anne si ritrova con la sua fiamma giovanile (il capitano Wentworth, un uomo forte e gentile che non ha mai smesso di amarla, nonostante il destino lo abbia portato lontano anche a causa di un primo rifiuto della stessa Anna). Non sono giovanissimi ma sono maturi e intelligenti. La loro storia d’amore sembra quasi un racconto encomiastico della vita coniugale. E riescono alfine a coronare il loro sogno. “Tornarono al passato più felici – si legge in una delle ultime pagine del romanzo -, più teneri, più fidi, più immutabili nella conoscenza del reciproco carattere, della sincerità e dell’affetto, più consoni nell’agire, più giustificati nell’azione”. Erano i primi anni del Diciannovesimo secolo. E una scrittrice inglese riusciva a dare una visione tanto lungimirante di quello che ancor oggi è l’obiettivo non raggiunto dai due sessi: il reciproco rispetto. Grazie a una modernissima Anne Elliot che ha ancora molto da dire. A tal proposito ho appena scoperto che Netflix ha appena inserito nel suo palinsesto un film nuovissimo, girato da Carrie Cracknell. Ennesima riprova che l’eroina di questa storia ha tutta la potenzialità per parlare al pubblico di oggi.