Le acque termali rappresentano una risorsa importante da adottare come trattamento complementare di certe patologie. Avete presente, ad esempio, la famosa Acqua di Sirmione che troviamo in farmacia e alla quale ricorriamo in caso di raffreddori e mucose irritate? E’ acqua meteorica, piovuta dal cielo, che si è infilata nella roccia fino a raggiungere i 2500 metri sotto il livello del mare. Proprio durante questo percorso si  arricchisce di sostanze minerali, entrando in contatto con solfati, aumentando di temperatura. Avete presente quell’odore di zolfo che caratterizza diverse acque termali? Si tratta dell’idrogeno solforato, la chiave del potere di queste acque. Siamo di fronte ad un’acqua veramente minerale, dotata di proprietà terapeutiche.  Recenti studi hanno appurato che, proprio grazie all’idrogeno solforato, alcune acque termali possono essere utilizzate come trattamento nella fase remissiva di malattie infiammatorie cutanee come psoriasi, eczemi, acne e, attenzione, dermatite atopica. Quando l’ho saputo, ho drizzato le orecchie perché, come forse ricorderete da precedenti post, mio figlio soffre di DA, una malattia che affligge persone di tutte le età con un impatto notevole sulla qualità delle vita. E’ una patologia molto complessa che spesso si manifesta anche da adulti: mio figlio, invece, è stato precoce e da subito mi sono accorta di questo tipo di difetto della barriera della pelle. Come mi ha insegnato Giampiero Girolomoni, Direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Verona “coloro che soffrono di dermatite atopica hanno molte probabilità di sviluppare sia allergie, sia asma e rino congiuntivite”. Manca solo. Mi rincuora sapere che alcune acque termali rappresentino un terapia naturale, priva di controindicazioni. Quando sarebbe il periodo migliore per sottoporre Federico a questa cura? Nella fase remissiva, aiuta sicuramente a prolungarne la durata. L’azione antinfiammatoria è efficace. Attenzione, perché non sto parlando di una terapia alternativa, ma complementare a quella farmacologica, qualora ce ne fosse bisogno. Ad ogni modo, attraverso la balneoterapia, la fangoterapia, le vaporizzazioni, i batteri del microbioma dell’acqua, capaci di produrre lipidi antinfiammatori, vanno a riequilibrare il microbioma alterato della cute. Et voilà, nulla di più naturale. Basterebbero un paio di cicli di 12 sedute, così come consiglia Girolomoni, per tutelarsi da infiammazioni e evitare così anche l’utilizzo di farmaci pesanti, come immunosoppressori.

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