La popolazione degli anziani è in crescita, così come, di conseguenza, stanno evolvendo i suoi bisogni. Secondo il Journal of the American Geriatrics Society, più del 90% degli adulti avrà un deficit di almeno uno dei 5 sensi. E fin qui nulla di nuovo, se non che da una ricerca condotta dall’Università di Ottawa, commissionata da Sodexo, sono emersi dati davvero confortanti rispetto all’adozione di possibili soluzioni per rallentare questo decadimento.

Il tema della malnutrizione degli anziani in Italia, ma anche in altri Paesi, rappresenta un problema che richiede delle soluzioni. Come spiega Iacopo Bertini, Vice Presidente dell’Associazione Nutrizionisti,  “la perdita dell’appetito, o anoressia senile, è una condizione clinica molto comune e che riguarda circa il 15-30% degli anziani ospiti delle comunità e percentuali maggiori se in ospedale e in Rsa. Ma al di là delle sindromi geriatriche di cui le persone soffrono, si è evidenziato come i cambiamenti nelle percezioni sensoriali, legate all’età, rappresentano uno dei fattori che probabilmente contribuisce di più al fenomeno della malnutrizione.

In particolare, durante lo studio sono emerse evidenze scientifiche che dimostrano come una adeguata stimolazione dei sensi favorisce il benessere degli ospiti. Come può avvenire? Di certo, si tratta di un’operazione che dovrebbe essere condotta in modo coordinato, al fine di garantire la miglior esperienza possibile. Ad esempio, nel caso dell’udito, sono numerosi gli anziani che si rifiutano di mangiare a causa del troppo brusio di fondo. In questo caso, si potrebbe intervenire apportando modifiche a livello ambientale attraverso l’insonorizzazione degli ambienti, oppure adottando un sistema di diffusione di musica piacevole o di rumori, ad esempio della natura, con azione distensiva e rilassante.

Dall’Osservatorio delle Rsa, la stimolazione dei 5 sensi applicata al servizio di ristorazione, attraverso un approccio olistico e pratiche supportate da evidenze scientifiche, permette di migliorare l’apporto nutrizionale e, in generale, la qualità della vita degli ospiti delle RSA.

Le soluzioni ci sono. E anche i risultati, visto che, adottando un nuovo modello di ristorazione, capace di stimolare l’appetito risvegliando i sensi, in alcune Rsa è già stata registrata una riduzione del 70% di casi di malnutrizione nell’arco di 6 mesi.

Lo chef Pietro Leemann, alla guida del ristorante Joia di Milano, è stato coinvolto nel progetto Sodexo. Grazie alla sua capacità di giocare, con arte, con i sapori, i profumi, ma anche con i rumori e le consistenze degli ingredienti vegetali, la proposta nutrizionalmente adeguata ai bisogni degli anziani, sarà all’altezza dell’ambizioso progetto che poggia su regole di neuroscienza, neuromarketing e neurogastrofisica.

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