[photopress:josp.JPG,full,alignleft]Forse in pochi lo sanno ma da sei anni ormai si corre una maratona dedicata a papa Giovanni Paolo II. Ovviamente non è una vera e propria maratona. Sono dieci chilometri dal forte valore simbolico che anche quest’anno si correranno ad aprile in Terra Santa  per elevare uno dei valori primari dello sport: gareggiare per promuovere  la pace e  il dialogo tra israeliani e palestinesi. Per la prima volta quest’anno la manifestazione si aprirà anche ad altri sport olimpici, dal ciclismo alla pallanuoto. «È un sogno che sta crescendo», ha annunciato, raggiante, il vicepresidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi monsignor Liberio Andreatta nel corso della conferenza di presentazione, svoltasi al Josp Fest.  Si tratta del Journeys of spirits Festival, il festival internazionale degli itinerari dello spirito che si sta svolgendo a Roma e promuove gli itinerari di fede valorizzando l’incontro tra popoli, territori e tradizioni religioso-culturali.  La maratona riunisce tradizionalmente delegazioni d’Israele e di Palestina e, quest’anno si avvale della collaborazione del Comitato olimpico nazionale italiano: al fianco dei maratoneti gareggeranno quindi  anche ciclisti, nuotatori, cestisti, pallavolisti, pallanuotisti. Insieme percorreranno i 10 chilometri che separano Betlemme e Gerusalemme, due delle città più importanti della cristianità, ora lacerate da decennali e sanguinose divisioni. Luoghi da pacificare anche con il pellegrinaggio e lo sport: «Se la pace è un sogno lo si può realizzare solo insieme», ha spiegato monsignor Andreatta, evidenziando come «il gioco, lo sport non sono mai contro qualcuno ma con qualcuno».  Al via l’ex pallavolista azzurro Andrea Zorzi e con tutta probabilità anche Antonio Rossi, medaglia d’oro nella canoa alle Olimpiadi di Atlanta ’96. «La sport abitua alla fatica in vista della realizzazione di un sogno. E ciò rende la carriera di uno sportivo un vero e proprio viaggio».   Il viaggio in Terra Santa è uno dei temi centrali dello Josp, che quest’anno ha come filo conduttore il versetto  9 del salmo 26 di Davide <Non nascondermi il tuo volto…>. Il volto è quello di Dio che non si trova in un luogo o in una destinazione ma nella conoscenza degli altri e nel pellegrinaggio con tutti i suoi ostacoli e le sue difficoltà.