Una maratona ti allunga la vita: smentite le Cassandre
Sfido tutti a sapere cosa sono le <sirtuine>. In pochi ne avranno sentito parlare però se correte maratone, fate gare in bici, trathlon o comunque sport di grande resistenza segnatevi su un’agenda questa parola. Le sirtuine sono i geni che allungano la vita, in pratica dei gladiatori buoni che combattono i geni mediatori dell’apoptosi responsabili della morte programmata delle nostre cellule. Cosa c’entrano con la maratona? C’entrano perchè l’esercizio fisico, soprattutto se strenuo e prolungato, sembra che ci permetta di farne il pieno. Uno studio italiano svolto su una decina maratoneti non professionisti ha dimostrato infatti come dopo i 42 km di corsa il profilo genetico delle cellule del sangue cambi in favore della vita. Secondo quanto riferito da Gabriella Marfe dell’Università Tor Vergata di Roma i geni del suicidio cellulare diventano meno attivi e quelli della longevità più attivi dopo la maratona. Che dire: <geniale> . Lo ricerca pubblicata sulla rivista BMC Physiology, riequlibra finalmente quanto pubblicato su alcuni quotidiani in questi ultimi mesi. Una serie infinita di allarmi che meritano più che gli scongiuri. Correre fa male, mette a rischio il cuore, disintegra le articolazioni, annebbia la mente, raggrinzisce la pelle, aumenta il rischio di carie e pregiudica irrimediabilmente il vigore sessuale. E poi? E poi vale tutto. Non so se sia vero che correre allunga la vita o che, come diceva Renzo Arbore bevendosi un boccale di birra, chi corre campa cent’anni. Però, anche se non la conosco, la dottoressa Gabriella Marfè mi stà simpatica e la sua ricerca ancor di più. Così la prossima volta che incontro qualcuno che mi avvisa che a forza di allenarmi rischio di schiattare, gli snocciolo tutte quello che so sulle sirtuine. E che provi a smentirmi.