Avrà un paio di scarpe gialle che l’Adidas gli ha confezionato apposta per l’occasione. Avrà il suo solito sguardo attento che i baffetti rendono ancora più furbetto. E avrà la sua solita voglia di vincere. La prima volta di Haile Gebreselassie sulle strade della maratona di New York però è la stessa di chi nella Grande Mela non ha mai corso. Un misto tra emozione, paura e rispetto per la più grande maratona del mondo che è anche tra le più difficili. Domenica il campione etiope, primatista mondiale, correrà nella gara che ancora manca alla sua luminosissima carriera. Chiariamo subito: non è detto che possa vincere, ma è pressochè certo che,  anche se dovesse arrivare per primo in Central Park, non scenderà mai sotto le 2ore,3minuti e 59 con cui ha firmato il record del mondo a Berlino il 28 settembre di due anni fa. “Ho deciso di correre qui- ha dichiarato Gebre alla Gazzetta dello sport- perchè ho vinto ovunque ma senza New York resto incompleto”. E infatti il palmares del campione etiope fa venire i brividi: due ori olimpici nei diecimila ad Atlanta e Sydney; 4 titoli mondiali e 27 record del mondo battuti negli ultimi 16 anni; in maratona trionfatore quattro volte a Berlino, tre Dubai, una a Rotterdam e Fukuoka. L’obbiettivo è vincere e migliorare migliorare il record del percorso, stabilito nel 2001 dal connazionale Tesfaye Jifar (2h07’43»). Ma non sarà una passeggiata. Nulla di scontato.  Nella sua prima apparizione a New York  Gebreselassie dovrà vedersela con un gruppo di avversari che non gli regaleranno nulla.  Meb Keflezighi, l’anno scorso primo statunitense ha vincere la prova dal 1982, è senz’altro tra i favoriti, così come il brasiliano Marilson Gomes dos Santos (vincitore nel 2006 e 2008) ed i keniani Robert Kipkoech Cheruiyot (quattro successi a Boston) e Abel Kirui (campione del mondo in carica). Senza dimenticare il marocchino Abderrahim Goumri (secondo nel 2007 e 2008) ed il sudafricano Hendrick Ramaala (primo nel 2004).   «Con un simile gruppo al via penso che potremo dare vita ad una corsa che resterà negli annali. Io mi sento molto bene. Ho le stesse sensazioni di due anni fa a Berlino…>. Gebre ha dissotterrato l’ascia di guerra. Domenica tenete d’occhio quel paio di scarpette gialle…