E’ un dramma quello di Claire Squires alla maratona di Londra. E’ sempre un dramma quando muore una persona. Ma quando la morte ti sorpende durante una festa di sport colpisce di più anche perchè chi corre e si allena nell’immaginario di tutti viene considerato al riparo da certi brutti scherzi del destino. Facendo la “nera” ho raccontato di morti ammazzati per anni sulle pagine del  Giornale ma in realtà ho sempre paura a scrivere della morte di qualcuno perchè il rischio di fare retorica e dietro l’angolo. E oggi con Facebook e Twitter la moda è quella delle frasi a effetto che sanno tanto di “cioccolatino funebre” . Così buona regola è limitarsi alla cronaca. E oggi la cronaca sulla sfortunata Claire sono le decine di migliaia di persone che in questi giorni hanno aperto il portafogli e contribuito alla causa di Samaritan, l’organizzazione di assistenza a persone in crisi e che meditano il suicidio, per cui la trentenne la parrucchiera inglese aveva corso domenica .  Le donazioni, soprattutto dal Regno Unito ma non solo, hanno superato le 500 mila sterline e continuano ad arrivare.  Claire, alla sua seconda maratona di Londra, correva per Samaritan in memoria del fratello morto per overdose. È morta quando ormai le mancavano meno di due chilometri alla ’Finish linè di Buckingham Palace.

Tag: , , , , ,