Due anni fa , subito dopo la diretta Rai del Giro d’Italia mi telefona Andrea De Luca che lo stava commentando dalla moto e, con la voce ancora tremolante per il freddo, mi dice: ” Ma tu davvero abiti vicino a Rionero Sannitico? Io tanto freddo in vita mia non l’ho mai preso…”. Era una delle tappe più dure di quel Giro. Acqua fin dal mattino poi vento e temperature quasi invernali. Insomma un tormento per chi pedalava ma anche ( soprattutto) per chi doveva raccontare. Stessa scena quest’anno. Il Giro passa da Rionero e a tappa finita mi richiama Andrea: ” Ciao siamo a Rionero, ti passo Paolo”. E anche per Savoldelli, che è uomo di montagna abituato alle intemperie,  quella fu una giornata di freddo e pioggia. La replica dell’anno prima. Oggi a Rionero  c’ero io. In bici. Prima una salita che da casa mia Foresta di Cerro al Volturno sale ad Acquaviva di Isernia, poi lo scollinamento del monte Ciucchetta e poi il Macerone che si arrampica ai mille metri di Rionero. Un paesaggio fantastico. Il silenzio, il rumore del vento, le poiane che volano alte sulla testa, due macchine nel giro di un’ora e una bella salita fatta di strappi e tornanti. Tutt’intorno una natura perfetta, intatta, verde che più verde non si può. Ma come capita spesso da queste parti le nuvole corrono veloci e il tempo cambia nel giro di pochi minuti. E così è stata pioggia e freddo anche per me. E stata sofferenza più in discesa che in salita. E’ stato un fiume d’acqua sotto le ruote. Sono state le mani mezze congelate e il piacere immenso di una doccia calda. Che a luglio è davvero una cosa da raccontare.

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