“Sono stato forse un po’ presuntuoso- spiegava l’anno scorso sul bordo della vasca della Dds- Ho provato salire sul podio e negli ultimi chilometri della corsa mi è arrivato il conto. Così ho finito a cinque minuti dal primo”. Che era il tedesco Timo Bracht. Daniel Fontana tra  una decina di ore torna a tuffarsi nella acque messicane della Baja di California per giocarsi l’Ironman di a Los Cabos. Si parte alle 6.30 di domattina che poi saranno le 16.30 in Italia (www.ironmanloscabos.com) . E quest’anno cercherà di non fare errori. Il caldo è quello dello scorso anno, dai 30 ai 37 gradi, estate piena. Le difficoltà le conosce e gli avversari pure. L’azzurro saprà che dovrà guardarsi dal portoghese Pedro Gomes, dal ceco Petr Vabrousek, dallo svizzero Jan Van Berkel, dal britannicco Stephen Bayliss, dal francese Trevor Delsaut (secondo nel 2013) e dagli statunitensi Scott Defilippis e TJ Tollakson. Anche se poi alla fine in una gara così lunga bisogna sempre guardarsi soprattutto da se stessi. Uno si allena per vincere, cura tutti i dettagli possibili per vincere e ovviamente parte per vincere. Uno come Daniel Fontana almeno. Poi  in otto ore di fatica estenuante sono talmente tante le variabili e le varianti che devi solo incrociare le dita e sperare che tutto vada come ti sei immaginato. L’azzurro  detentore della miglior prestazione italiana di sempre sulla distanza ottenuta nello scorso Ironman della Florida con  8:05:48 qui in Messico punta a raccogliere punti per la qualificazione della finale di Kona alle Hawaii. Ma è ovvio che la preparazione curata da coach Fabio Vedana, che il trasferimento in Messico la settimana scorsa per acclimatarsi e la voglia di riscatto spingeranno il capitano della DDs di Settimo milanese a non accontentarsi dei punti. Con tutti i necessari scongiuri della vigilia parte per vincere, per firmare quell’impresa che lo porterebbe ad essere il primo italiano ad imporsi in un Ironman, sfida nella sfida. Che alla fine è anche una motivazione in più.

Tag: , ,