Le ricerche scientifiche, per rigorose che siano, lasciano sempre spazio a qualche piccolo dubbio. Non tutte, ma quelle commissionate sì. C’è sempre in una  ricerca la possibilità di dimostrare tutto o il contrario di tutto, dipende da chi paga il conto. E questo va detto. Però poi quando trovi la ricerca che fa al caso tuo ti si allarga il cuore. Quando cerchi una ragione  ( o un alibi) al tuo mal di schiena e alla corsa che non l’aiuta fa piacere leggere che forse la causa è un’altra. E così stamattina è illuminante leggere sulle pagine della medicina del Corriere della Sera lo studio di un gruppo di ricercatori australiani che, analizzando un migliaio di casi  di lombalgia acuta,  spiega quali sono le cause più comuni che la scatenano. La buona notizia per chi fa sport è che la pratica sportiva anche vigorosa incide solo 3,9 volte su cento. Non male. Meglio ancora va per l’attività sessuale, completamente scagionata ed esente da rischi se non dopo i sessant’anni.  La cosa più pericolosa per la notra schiena è invece la distrazione. Venticinque volte su 100 un attacco di lombalgia acuta viene scatenato da un gesto improvviso, inavvertito, non ponderato che coinvolge la colonna vertebrale. Poi vengono la postura ( 8 casi su 100),  gli sforzi che si fanno per sollevare oggetti da posizioni scomode o che non si afferrano bene (5,1 volte su 100),  i carichi pesanti ( 5 volte) e l’affaticamento (3,7 volte). Il momento più pericoloso è il risveglio, perchè quando ci si alza la muscolatura è meno pronta a sostenere movimenti e i dischi intervertebrali sono più a rischio perchè durante la notte si nutrono di liquido ( infatti appena alzati siamo più alti di un paio di centimetri) per poi svuotarsi durante la giornata. “In questa fase bisogna fare attenzione anche a mettersi le calze” spiegano i ricercatori australiani. E ancora: le donne sono più a rischio degli uomini, quelli alti più di quelli bassi, e quelli pesanti più di quelli leggeri anche se poi essere troppo leggeri alla fine è fattore di rischio. Fine. Anzi no. Questa dei ricercatori australiani è uno di quegli studi che chi fa sport dovrebbe salvare da qualche parte sul pc. Da leggere e rileggere quando la schiena duole dopo un lungo, dopo troppa corsa o dopo un centinaio di chilometri in bici. Il male non passa ma un po’ di sollievo lo dà…