Sabrina Peron, 58 anni avvocato per mestiere e nuotatrice in acque libere per passione, il freddo non sa cosa sia. Non lo soffre. Altrimenti non si spiega. Non si spiegano le sue imprese che l’hanno portata ad attraversare stretti, mari e fiumi quasi sempre nelle stagioni più ostili dove l’acqua, come si usa dire, proprio un «brodo» non è. Nel suo intenso girovagare acquatico tra spiagge del Nord, isole e canali, pochi giorni fa è approdata a Capraia e, proprio nel ponte della Liberazione, nuova impresa e nuovo record: è la prima a portare a termine il periplo dell’Isola nella stagione fredda. Prima di lei ci erano riusciti in tre ma tutti in estate: troppo facile… Anche perchè per non farsi mancare nulla in mare si è tuffata «unassisted» come si dice in inglese: senza assistenza. Che nelle nuotate dalla Word Open Swimming Association (WOWSA) significa senza la muta e solo con cuffia, occhialini e costume in acque a 14 15 gradi, cioè più o meno gelide. E non c’è bisogno di conoscere l’inglese per capire che non è proprio una nuotata di salute. Ventitrè chilometri in 7 ore e 56 minuti, per stabilire un record che non è il primo per questa nuotatrice originaria di Bassano del Grappa ma ormai da più di trent’anni milanese di adozione, unica donna italiana ad avere ottenuto la «Triple Crown» assegnata ai nuotatori che si sono cimentati nelle tre più impegnative nuotate al mondo: il canale tra Los Angeles- Isola di Catalina (32.5 km), realizzata nel 2015; il Periplo penisola Manhattan (48.5 km) nel 2018 e la traversata del Canale della Manica (33 km) quattro anni fa. L’idea della Swim Around Capraia, organizzata dalla Delegazione della Lega navale di Capraia e da Abbracciamoli Onlus, è nata a giugno dello scorso anno dopo che la Peron, insieme con altri 18 nuotatori, aveva partecipato ad una staffetta per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della plastica, attraversando il canale di Corsica, da Macinaggio a Capraia. Folgorata dalla bellezza dell’Isola e dal team LNI e Abbracciamoli con cui si è trovata subito in sintonia, è voluta tornare per compiere qualcosa che nessuno aveva mai tentato prima: «Così ho deciso di tornare in questa selvaggia e meravigliosa  dell’arcipelago toscano per completarne il periplo- racconta – e di tentarlo senza muta e senza possibilità di contatto con lo staff. Una sorta di miracolo di Zeus ha consentito che riuscissimo ad ottenere il via per il 26. Quasi otto ore di nuoto non semplice ma in un’acqua blu pittoresca e tra cale vulcaniche popolate dalla fauna autoctona. E’ una grande soddisfazione, ringrazio la squadra che è stata con me durante questo percorso: in acqua ci sono io, ma senza chi mi accompagna non potrei fare nulla…»