Difficile riconoscerlo così sporco di fango.  Ma il numero 27 ben visibile sulla sua mtb non lasciava dubbi: Simone Avondetto è il nuovo campione europeo di cross country.  Sotto la pioggia battente di Cheile Gradistei, in Romania, l’azzurro  firma una prestazione maiuscola, un’impresa che vale il primo oro per il nostro Paese  in questa disciplina olimpica del cross country e questo, ad un paio di mesi dai Giochi di Parigi, è più di un buon segnale. Una gara durissima, su un percorso proibitivo. L’azzurro non parte nel gruppo dei primi ma recupera e al terzo dei sette guri in programma riesce ad allungare,  prende una cinquantina di secondi di vantaggio e li conserva fino al termine. Nulla da fare per chi insegue: il danese Simon Andreassen, arriva sul traguardo con 50″ di ritardo, e il tedesco Julian Schelb,  è terzo a 1’07”. «Ho fatto una buona partenza –  commenta il neo campione europeo – ero nel gruppetto che inseguiva poi ho provato ad attaccare, mi sono trovato da solo e ho continuato fino alla fine. Sono veramente contento e ringrazio lo staff per il grande lavoro fatto». Per Avondetto, 24 anni di San Secondo torinese, è il secondo titolo continentale in carriera, dopo quello conquistato nel 2022 in Portogallo tra gli under 23.  Questa è la sua seconda stagione tra gli elite anche se quella passata è stata parecchio tribolata a causa di una mononucleosi, che lo ha fermato a lungo compromettendo preparazione e gare. Ha sempre corso nella mountainbike, la passione gliel’ha trasmessa il padre che ha gareggiato nelle ruote grasse e ancora gareggia tra gli amatori.  Una storia d’amore mai interrotta, nonostante qualche chimera già arrivata dalla strada, in cui Avondetto ha messo insieme lavoro al talento inseguendo miti della sua generazione come  Absalon, Schurter e Kulhavy.  Corre per la Wilier-Vittoria Factory Team Xco  e quest’anno si è già messo in evidenza vincendo la Marlene Südtirol Sunshine Race. Per lui si tratta del secondo titolo continentale di questa spedizione in Romania , avendo partecipato anche al Team Relay come primo frazionista. Una specialità quella del cross country tecnica e spettacolare che nel nostro Paese ebbe una grande popolarità alla fine degli Anni Novanata quando la veronese Paola Pezzo vinse l’oro olimpico ai Giochi di Atlanta, poi bissato a Sydney nel 2000.  Da allora un grande lavoro fatto dalle squadre nazionali con un movimento che tra alti e bassi è pero costantemente cresciuto e che ora da questo titolo europeo si spera possa  trarre nuova linfa: «Un risultato di questo livello nel fuoristrada non si aveva da tempo- commenta il presidente della Fci Cordiano Dagnoni-. È il coronamento di un percorso iniziato con il quadriennio e ci conforta per due motivi: arriva da un ragazzo al secondo anno nella categoria, quindi con grandi margini di crescita e nell’anno delle Olimpiadi. Siamo veramente contenti e ringrazio a nome di tutto il movimento gli atleti, il CT Mirko Celestino che ci ha costantemente informato anche sulle difficoltà incontrate in questa trasferta a causa del tempo inclemente e del grande sforzo da parte di tutto lo staff per mettere gli atleti nelle condizioni migliori. Affrontiamo gli ultimi appuntamenti che ci separano da Parigi con la consapevolezza di avere un settore competitivo e pronto».