Meglio tardi che mai.  Che ci sia un turismo fatto di gente che si muove per sport o per fare vancanze in bici da molte altre parti nel mondo se ne sono accorti da un bel pezzo. Noi arriviamo dopo. Ma abbiamo cose più importanti a cui pensare come, ad esempio, organizzare le olimpiadi del 2024, con nuovi appalti, nuovi impianti, nuovi scandali e magari nuovi arresti. Come se Expo non avesse insegnato nulla. Così anziche provare a indirizzare qualche energia in una settore che funziona si traccheggia. Però i dati dicono che sarebnbe il caso di muoversi in qeusta direzione visto che solo lo scorso anno questo settore ha contato 42 milioni di presenze e un impatto economico di quasi 5 miliardi di euro. È il bilancio 2014 del turismo sportivo made in Italy, del quale il Giro d’Italia, che parte domani dalla provincia di Imperia, rappresenta uno degli appuntamenti più importanti. Lo ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, intervenendo al convegno «Sport e ciclismo. Un’opportunità per rilanciare il turismo», promosso dalla Fisascat a Imperia.  «Il Giro d’Italia è e può ancora di più diventare un volano per lo sviluppo turistico dei nostri territori- ha spiegato Dardanello- È l’evento sportivo che unisce per 20 giorni i campanili di tutta Italia in un clima di allegria e serenità. Questa bella festa dello sport attraverso i media, viene seguita anche in una miriade di Paesi del mondo, diventando uno straordinario strumento di promozione e marketing del nostro bel Paese. Questo fa sì che tanti luoghi, magari poco conosciuti dal grande pubblico, vengano visti e apprezzati». Perfetto. Però bisogna darsi da fare. Per ora molto fanno, come sempre, i privati che dalla Romagna alle Dolomiti hanno trasformato molti hotel in Bike hotel e si sono accorti che così  lavorano non solo in estate ma tutto l’anno. Certo, ci fosse un po di attenzione da parte di molte amministrazioni magari avremmo qualche struttura in più e qualche percorso segnato in più. In fondo basta solo prendersi la briga di mettere i cartelli nei boschi e negli sterrati. Troppo semplice e poco costoso. Noi pensiamo in grande, pensiamo alle Olimpiadi