imageDaniel Fontana è un campione. Ma non solo perchè ha vinto tanto nel triiathlon e perchè è stato il primo azzurro a tagliare a braccia alzate in Messico una gara di Ironman.  Diceva il Principe De Curtis, il grandissimo Totò, che “Signori si nasce…” ed anche un po’ “Campioni si nasce…”. Perchè se è facile essere grandi quando si vince, se è semplice gestire quel pizzico di gloria che ti piove addosso e se è piacevole essere riconosciuti e finire sulle pagine dei giornali quando tutto gira come deve, altra cosa è “essere campioni” quando le cose non vanno per il verso giusto.  Ci sono momenti nella vita di un atleta che fanno la differenza. E’ lì che si capisce di che pasta sono fatti  gli uomini. Quando le gambe e la testa non si sa per quale motivo non girano più, quando per chissà quale combinazione astrale la sfortuna si accanisce, quando un infortunio ti taglia fuori da tutti i giochi. Lì bisogna essere capaci di  rimboccarsi le maniche, di far fatica ma senza l’obbiettivo di una gara, senza certezze, bisogna continuare a crederci ma in silenzio, senza la vetrina a cui si è abituati. Ho incontrato Daniel Fontana parecchie volte in questi mesi. L’ho visto far coraggio ai ragazzini che si allenavano in DDs, l’ho visto seguire gli allenamenti dei suoi compagni di squadra e dar consigli, l’ho visto fare il tifo al Challenghe di Rimini da ottimo capitano per i suoi ragazzi.  Insomma c’era. Nonostante tutto c’era. E così fa piacere scoprire in questi giorni che, dopo mesi e mesi di tormenti per un tendine d’Achille,dopo ritiri, dopo rinunce e dopo appuntamenti saltati  il capitano della  Dds torna a gareggiare: ‘Sono pronto a rientrare in gara dopo il lungo stop  – spiega  – La condizione è buona ma non ancora ideale a competere ad alti livelli; ho comunque bisogno di testare il tendine in gara per vedere quale può essere la risposta sollecitandolo in modo deciso”. E per tornare il campione italo argentino ha scelto una distanza sulla quale ha già disputato due olimpiadi,  l’olimpico di Iseo del 19 luglio organizzato dal team Ecorace.  Fontana è  lontano dalle scene agonistiche da febbraio , dall’l’half Ironman quando si ritirò per il riacutizzarsi acutizzarsi di un serio infortunio al tendine d’Achille.  Proprio quell’infortunio ha obbligato Daniel e il suo staff a rettificare i piani agonistici stabiliti a inizio anno: “A febbraio con Simone Diamantini, il mio coach e Luca Sacchi, Presidente di DDS – racconta Fontana-  abbiamo accolto i suggerimenti del Dott. Benazzo e del Dott. Tavana e abbiamo annullato gli appuntamenti agonistici programmati per dare la corretta attenzione alle problematiche del mio del tendine. Così dopo una lunga serie di terapie e una riabilitazione seguita passo passo da Mario Ruggiu, credo sia arrivato il momento di testare il tendine in gara. Ne ho parlato con Luca Lamera e Matteo Annovazzi, le anime di EcoRace Events e abbiamo deciso che il Triathlon Olimpico di Iseo, tappa prestigiosa del circuito del gruppo, sarebbe stato l’appuntamento giusto per il rientro”. Avanti adagio viene da dire. Avanti con la prudenza che serve per un ritorno all’attività agonistica che è in realtà un test per quelli che saranno poi gli appuntamenti di Daniel Fontana nei prossimi mesi. ” Conosco bene il percorso di gara perché lo scorso anno ho avuto l’opportunità di provarlo-spiega l’azzurro- Il nuoto ha un percorso liscio e pulito che consentirà ai buoni nuotatori di fare la differenza. Il percorso di ciclismo è uno dei più belli che il calendario italiano sappia offrire, duro ma non esagerato, adatto per passisti e scalatori; tecnico ma non pericoloso, muscolare, divertente e panoramico. Anche la frazione podistica è paesaggisticamente spettacolare, con tre giri di un percorso cittadino, con curve e rilanci, ma tutto piatto. Nelle prime fasi io sarò sicuramente attento a ricercare l’elasticità muscolare per garantire il massimo comfort al tendine prima di provare a lasciar andare le gambe e frustare un po’ il ritmo. Staremo a vedere, sono molto ansiosodi rimettermi un pettorale”.