La Vuelta Espana - 17th stageTre secondi. Un soffio divide Tom Dumoulin, nuova maglia rossa del Giro di Spagna, da Fabio Aru, eroe di Sardegna, azzurro, bella speranza ormai realtà del nostro ciclismo, capitano suo malgado dell’Astana. Se Fabio Aru fosse stato il capitano di una qualsiasi altra squadra oggi sarebbe traquillamente in testa alla classifica. E speriamo per lui non debba pentirsene tra qualche giorno a Madrid ricordando l’undicesima tappa da Andorra la Vella a Cortals d’Encamp, vinta dal suo compagno di squadra Mikel Landa. Che l’avrebbe vinta lo stesso anche se l’avesse aspettato, se gli avesse dato una mano in quei ultimi 5 chilometri di salita quando Aru aveva staccato tutti. Quel giorno, all’olandese volante che oggi ha sbriciolato tutti a cronometro, il giovane campioncino sardo avrebbe potuto rifilare almeno un paio di minuti. Se solo Landa l’avesse aiutato, se solo dall’ammiraglia Astana fosse partito un ordine, se solo non fosse stato obbligato a farsi l’ultima mezz’ora di salita da solo .Se, se e ancora se… Però sarebbero stati minuti  che gli avrebbero fatto comodo adesso. Ma così non è andata. Invece oggi è andato tutto come ci si aspettava. Nella 17esima tappa, 38,7  km a cronometro da Burgos a Burgos il 24enne olandese Dumoulin ha viaggiato a una media superiore ai 50 orari chiudendo la sua fatica in 46’01 e rifilando tre minuti e spiccioli a  Joaquin Rodriguez che era al comando. Ma sono stati distacchi pesanti un po’ a tutti da Maika a Quintana a Valverde. Aru è arrivato decimo a 1’53 ed ora è lì che dovrà giocarsela. Vale tutto. Fughe, attacchi, abbuoni, volate e qualche salita che ancora rimane. Però Landa, che oggi è stato tra i non pervenuti,  ha dichiarato nei giorni scorsi che ora è pronto a tutto per dare una mano al suo capitano. Meglio tardi che mai. E soprattutto speriamo che serva…

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