Tosti i maratoneti. Tostissimi. D’accordo il triathlon, d’accordo il trail, d’accordo le granfondo in bici ma 42 chilometri e 195 metri tutti di un fiato restano comunque una delle sfide più dure e affascinanti. La maratona resta la maratona e  poco importa il tempo. Anzi, c’è chi sostiene che che più il crono è alto più la prestazione sia degna di nota. Punti di vista perchè c’è anche chi dice esattamente il contrario e cioè che correre una maratona sotto le tre ore sia addirittura un altro sport. Resta comunque il fatto che chi arriva al traguardo fa sempre un qualcosa che vale la pena di essere raccontato. E un po’ se la tira, va detto. Ma non è il caso. Chi pensa infatti  che la maratona sia una  delle imprese più faticose che il corpo umano possa sostenere si sbaglia di grosso. Non ha mai avuto a che fare ad esempio con un parto. E a mettere a confronto lo sforzo fisico di un maratoneta con quello di una mamma ci ha pensato un’equipe di ricercatori americani. Secondo uno studio dell’Università del Michigan, mettere al mondo un bebè è più traumatico e causa più lesioni di qualsiasi sport di resistenza, come appunto la maratona.  Fino al 15% delle neo mamme ha durante il parto lesioni pelviche che necessitato anche di 8 mesi per guarire. Il team di radiologi e ostetriche che ha condotto lo studio si è avvalso della stessa diagnostica per immagini usata per verificare la presenza di infortuni sportivi negli atleti. ” Le immagini – scrive il Daily Mail – hanno mostrato che “il 25% delle neo mamme monitorate dalla ricerca ha subito fratture pubiche da stress simili a quelle che si possono verificare durante una corsa. Il 41% ha avuto strappi muscolari  con il muscolo staccato parzialmente o totalmente dall’osso, come può succedere durante un’intensa sessione di sport”. Nessun dubbio ormai su quale sia davvero il sesso forte.  Ma se serviva un altro tassello…