“Tanto non c’è posto. E’ come vincere un terno al Lotto…” Parli della maratona dle Dolomites con un qualsiasi appassionato di bicicletta e la  risposta  te l’aspetti. Ci provano un po’ tutti a trovare un pettorale ma in pochi alla fine ce la fanno. E’ sempre così. Anzi forse di anno in anno sempre peggio. E anche l’edizione 2016 non sfugge alla regola. Trentamila  richieste per la trentesima edizione sono la prova di un successo costruito nel tempo. Con serietà e senza concessioni perchè Michil Costa, che è il “padre” di questa gara , è uno che va dritto per la sua strada anche a costo a volte di scelte impopolari. Ma è la forza di un evento che ormai è storia del ciclismo ma anche il  futuro perchè la nuova filosofia delle granfondo passa da qui e da uno sport che non è più solo quella di arrivare davanti a tutti costo. Piuttosto esserci e divertirsi,  E così il successo della Maratona dles Dolomites – Enel  che si correrà la prossima estate, il 3 luglio 2016, non conosce interruzioni.  E soprattutto confini. Le richieste di partecipazione sono un altro dei record di questa gara fra i passi dolomitici che è  il sogno nel cassetto di tanti appassionati di tutto il mondo. Come al solito sarà il sorteggio a decidere quali saranno i  partecipanti. Si va on line sul sito( www.maratona.it) ci si prenota e poi ci si mette nelle mani del destino.  A questo punto più o meno i giochi sono fatti, resta solo  un’ultima chanche che si giocherà il prossimo 24 marzo quando verranno messe in gioco le ultime 193 iscrizioni. Dentro o fuori, senza sconti. Un terno al Lotto come sempre.  Il lasciapassare verso la gloria. Il salvacondotto verso una fatica che è il prezzo da pagare per sentirsi un po’ eroi. Almeno per un giorno. Ma perchè la Maratona dles Dolomites è diventata il mito che è diventata? Il segreto è la salita. La bicicletta, il ciclismo non avrebbero nessun senso senza la salita. Campolongo, Pordoi, Sella. E ancora: Gardena, Giau e Falzarego, qui la legge è uguale per tutti. Ed è la legge semplice del ciclismo. Lassù volano solo le aquile, i campioni che hanno scritto la storia tinta di «rosa». Ogni pedalata è sudore e i chilometri scorrono lenti quasi a voler sublimare la fatica per goderne fino in fondo il sapore. Salire lassù spingendo sui pedali ti avvicina alla tua pagina di storia, al tuo limite. E’ il  momento in cui le differenze si annullano. E’ l’  istante dove contano solo il viso che hai, le sue smorfie e la forza che le tue mani hanno per stringere un manubrio. Non vale più nulla, non il tuo codice fiscale, non la tua laurea. Non il tuo conto in banca o i tuoi debiti. Sui pedali la soglia di dolore è uguale per tutti, una «Livella» che diventa sempre più inesorabile metro, dopo metro, chilometro dopo chilometro, tornante dopo tornante. Così ti puoi chiamare Agnelli o Pautasso e non ti cambia niente. Ed è proprio per questo che la Maratona dles Dolomites  non è una semplice corsa in bicicletta. È la regina delle Granfondo ma anche un po’ la corsa dei sogni perchè restituisce a chi partecipa un senso di giustizia.   Uguale per tutti.  Tutti con la stessa fatica. Tutti con la stessa faccia di fronte alla salita.