elia-viviani1Elia Viviani oro nell’Omnium. A Rio l’Italia ritrova la pista, la pista olimpica quella che conta e la ritrova con un ragazzo che sa cosa significa la delusione di una sconfitta. E allora c’è più gusto, dopo la beffa quest’anno ai mondiali, dopo quella di quattro anni fa ai Giochi di Londra, Viviani centra un oro che servirà a far ripartire un movimento che ha tradizione ma che negli ultimi anni ha perso smalto. Ora si riparte, veloci come in uno sprint, coem negli sprint che hanno permesso all’azzurro di salire sul gradino più alto del podio olimpico. “Sono salito in pista per vincere l’oro-racconta Viviani dopo aver fatto il giro di pista con il tricolore- E questa vittoria mi ripaga di tutti i sacrifici che ho fatto. Ho investito tanto nella pista, ci ho sempre creduto anche a discapito della strada e di qualche critica…”. Ma oggi non è il giorno delle recriminazioni. A Rio Viviani scrive un pezzo di storia che rimarrà per sempre, come quella scritta tanti anni fa ormai da Marco Villa, il suo ct, e da Silvio Martinello ch oggi era al commento di una gara che anche per lui non era come tutte le altre, furono loro a mettersi al collo l’ultimo oro azzurro in questa specialità. “Marco ha moltissimi meriti in questa vittoria- spiega Viviani- Non solo perchè è il ct di una nazionale che sta crescendo ma anche perchè per me è soprattutto un amico…”. Una squadra che cresce e che soprattutto è diventata un gruppo: “Sì, è vero siamo un gruppo affiatatissimo- racconta il neo campione olimpico- e  averli qui oggi per me è stato un grande supporto, mi sono stati sempre vicini. Devo però ringraziare la mia famiglia che mi tiene tranquillo nei momenti di panico”. Che ci sono sempre. Anche oggi quando poco dopo metà gara Viviani è caduto trascinato a terra in una carambola innescata da Mark Cavendish: “La caduta mi ha scosso- confessa- Quando vai a terra non sai mai cosa può succedere. Così mi sono preso un giro prima di rientrare per capire come stava il mio corpo. E’ stata una scossa ulteriore di adrenalina…”. Ma a venti giri dalla fine con l’ultimo sprint vincente l’azzurro ha capito che poteva farcela: “Sì è vero- spiega- anche se la certezza non c’è mai. Però gli ultimi dieci giri diciamo che un po’ me li sono goduti”. E ora si gode un oro meritato, con le lacrime di chi sapeva di essere in credito con la fortuna: “Per me questa era l’ultima chanche- racconta- Ora si chiude un capitolo della mia carriera, la pista farà sempre parte di me ma nei prossimi anni avrò altri obbiettivi. Farò sempre parte di questa nazionale ma credo che a Tokyo ci saranno altri protagonisti…”