14054299_1285775088101665_135045768705921849_oCi siamo. Ultimi due chilometri e mezzo in piscina, più per la testa che per altro, e poi il triathlon azzurro tratterrà il fiato e incrocerà le dita.  Domattina alle 11, quando da noi saranno le 4 del pomeriggio, Alessandro Fabian (C.S. Carabinieri) e Davide Uccellari (G.S. Fiamme Azzurre)   si tufferanno nelle acque di Copacabana per giocarsi la loro seconda chanche olimpica. Da Sydney, quando sedici anni fa il triathon debuttò ai Giochi, sembra passato un secolo. E così quello sport diviso per tre che sembrava tanto l’ultimo approdo  di chi tra nuoto, bici e corsa non sapeva cosa scegliere, oggi è una realtà fatta di numeri in crescita sia di partecipanti sia di tifosi. E saranno in tanti a sperare che i “nostri” facciano bene. Ma per i due azzurri del Dt Mario Miglio e per le due azzurre  Annamaria Mazzetti (G.S. Fiamme Oro) e Charlotte Bonin (G.S. Fiamme Azzurre) che saranno in gara il 20 non sarà un gara semplice.  Per tanti motivi ma soprattutto perchè una gara olimpica resta una gara olimpica anche per chi è abituato alle sfide che contano. La differenza c’è, si sente e si vede: ” Basta guardare le facce dei ragazzi che domani saranno al via- spiega il coordinatore azzurro Sergio Contin che è anche l’allenatore di Fabian- Non sono le stesse di sempre, non sono quelle che vedi nel mondiale anche se molti sono campioni che sanno  gestire lo stress.  C’è una serietà diversa, sono tutti più concentrati. Un’olimpiade è una gara speciale, non ti abitui mai, c’è un fardello diverso sulle spalle…”. Così è. Perchè per una gara che si prepara in quattro anni  le attese sono diverse. Non c’è appello, non c’è la possibilità di rifarsi subito, non c’è sempre un esame di riparazione. E a Rio più che a Londra: “Sì, rispetto all’olimpiade londinese questa sarà una gara molto più muscolare- spiega Contin– il tracciato ciclistico è molto duro, con due salite. Una breve che si riesce a fare di slancio, l’altra molto dura mediamente del 12 per cento con punte fino al 15 da ripetere otto volte.  Ma è complicata e tecnica anche la discesa. La bici farà la differenza perchè bisognerà vedere come poi lo sforzo permetterà agli atleti di affrontare la corsa sul lungomare che non presenta grandi difficoltà ma non sarà veloce…”. Ma prima di pedalare e correre bisognerà nuotare e anche la prima frazione si annuncia complicata: “Intanto perchè non ci si tufferà come nella maggior parte delle gare di coppa del mondo da un pontone ma si partirà dalla spiaggia- spiega Contin– La differenza è notevole perchè c’è un breve tratto di corsa e poi bisognerà saper gestire bene l’ingresso in acqua cercando di leggere le onde, di non prenderle di petto e di passar sotto. Il mare di Copacabana resta comunque un Oceano e quindi conteranno molto le condizioni di domattina. Nuotare qui non mai è semplice. Anche se favore di Alessandro Fabian giocherà la posizione di griglia che lo vede tra i primi, più forti, sulla destra, e potrebbe essere un modo per uscire subito dalla mischia”.  Onde, salite, le insidie della discesa poi ciò che resta negli ultimi dieci chilometri di corsa piatti ma con l’insidia del caldo e del vento. “Pronostici non se ne fanno- dice con un pizzico di scaramanzia il coach di Fabian- ma la possibilità di far bene c’è. Abbiamo provato e riprovato il percorso, abbiamo simulato le salite negli allenamenti,  non abbiamo lasciato nulla al caso. Insomma abbiamo la coscienza a posto. Chiaro che poi bisogna fare sempre i conti con le incognite di una gara olimpica e con avversari  che sono campioni affermati”.  Assente per un infortunio  lo spagnolo Javier Gomez,  favorito della vigilia,  gli uomini da battere diventano  i due fratelli inglesi Brownlee, Alistar e Jonathan, che a Londra furono Oro e Bronzo, e l’altro spagnolo Mario Mola. Ma bisognerà guardarsi anche da molti altri a cominciare dai francesi: “Si è così- spiega Contin– il livello è altissimo ma se guardo negli occhi Alessandro lo vedo molto più tranquillo e consapevole rispetto a Londra. Quattro anni fa era più spavaldo, oggi è cresciuto, lo vedo più maturo…”.  Ci siamo. Oggi ultimi due chilometri e mezzo in piscina, più per non pensare a domani che per allenarsi, poi calerà la notte su una vigilia da togliere il sonno. Alessandro Fabian e Davide Uccellari, pettorali 4 e 36 , da seguire trattenendo il fiato e incrociando le dita. Sperando che nell’olimpiade brasiliana resti anche un piccolo segno azzurro.