11.0.17237469Strade bianche. Con i sassi che schizzano sotto i copertoncini del 25, sotto i tubolari che si scollano per chi vuol correre come una volta. Strade bianche come una primavera che sta per arrivare, stagione di una stagione che entra nel vivo con la classica di Siena che è un po’ la nostra Roubaix o il nostro Fiandre. Venerdì è stato intitolato a Fabian Cancellara il tratto di Monte Sante Marie per le tre vittorie nella corsa, domani corrono uomini e donne con i due iridati Peter Sagan e Amalie Dideriksen, domenica tocca ai 5mila amatori della Granfondo Trek. E’ il film di un ciclismo che potrebbe essere ancora in bianco e nero ma che è diventato business. Che appassiona, fa discutere.  Strade bianche, quelle del senese, del Chianti, di Gaiole dove tutto è cominciato da un’idea di Giancarlo Brocci, medico toscano col ciclismo tatuato nell’anima, che dieci anni fa provò a tracciare il percorso di un’idea di ciclismo antico e rivoluzionario che sta tornando moderno. Strade bianche come una volta non solo per chi pedala per passione ma anche per i professionisti che sui pedali sudano per mestiere. Così è cominciato ma cosi non continua perchè  le strade di chi questa corsa l’ha inventata e di Rcs che ora la organizza  hanno preso direzioni diverse e avverse, forse quelle di un tribunale. “Chiedo rispetto e dignità- spiegava pochi giorni fa in una diretta sul web Brocci- Deve essere chiaro che la paternità delle Strade Bianche è dell’Eroica, perchè senza l’Eroica le Strade Bianche non si sarebbero mai potute neppure pensare. La organizzammo nel 2007, due giorni dopo l’Eroica vera e propria e la vinse nientemeno che il vice-campione del mondo Aleksandr Kolobnev. Oggi le Strade Bianche che non passano da Gaiole sono un’ingiustizia clamorosa, un danno e uno sgarbo a un territorio e a un patrimonio culturale e turistico che L’Eroica ha valorizzato e difeso in questi vent’anni”. Gaiole in Chianti con il suo sindaco tirano la volata, sono a fianco dell’Eroica perchè il ciclismo (questo ciclismo) da queste parti è una fede. Perchè lì vent’anni fa è cominciato tutto. Un salto nel passato che che ci ha messo un amen a diventare un’idea che funziona in mezzo mondo. Con una filosofia che riporta ai tempi passati nelle bici e nelle maglie ma che è soprattutto eroico nei suoi contenuti che vanno alla ricerca dei valori e di un modo meno esasperato di vivere lo sport. Senza doping, con la finocchiona e la ribollita al posto degli integratori, con il Chianti nelle borracce. ” Noi qui abbiamo cominciato a promuovere con il ciclismo la difesa di un territorio unico- raccontano gli organizzatori- E quando tutti volevano asfaltare le strade noi con L’Eroica abbiamo dato un’alternativa, le abbiamo difese e conservate”. Eroici anche per questo…