freL’ultima giornata non ha portato medaglie. E pazienza. Ma la spedizione azzurra a Berlino, in Germania,  per i mondiali di ciclismo su pista si chiude con un bilancio assolutamente soddisfacente. L’Italia del  ciclismo su pista  torna a casa con un bottino complessivo di sei medaglie che nel dettaglio mettono in bacheca un titolo mondiale, un record del mondo, sei record italiani e il quinto posto nel medagliere per Nazioni. Delle sei medaglie totali gli azzurri si mettono al collo un oro, 2 argenti e 3 bronzi. Tre dal settore maschile, con il bronzo che arriva dalla disciplina olimpica dell’inseguimento a squadre, e tre da quello femminile, due in discipline olimpiche. Una spedizione di cui si  può essere più che soddisfatti e  che rende maggiore la consapevolezza del valore del team azzurro in chiave Tokyo2020.  Medaglia d’oro nell’ inseguimento individuale per Filippo Ganna, con record del mondo in 4’01«934.  Medaglia d’argento Scratch Uomini con Simone Consonni e argento nell’Omnium Donne con Letizia Paternoster. Bronzo nell’inseguimento a squadre uomini con Simone Consonni, Filippo Ganna, Francesco Lamon e il giovane Jonathan Milan e  bronzo nei 500 metri Donne con Miriam Vece. Bronzo nella  Madison Donne con Elisa Balsamo e Letizia Paternoster.  Italia della pista sugli scudi quindi con una serie di imprese straordinarie che diventano ancora più straordinarie se si considera la realtà sportiva e delle strutture in cui questi azzurri  fanno i conti quotidianamente. Una sfida nella sfida  con un CT  come Marco Villa, capitano coraggioso,  che, dopo l’inagibilità del velodromo di Montichiari, ha allenato i suoi ragazzi per più di un anno senza una pista, migrando da un posto all’altro e facendo i conti con la realtà di squadre e squadroni  per cui la “pista” molto spesso è solo una scocciatura che distoglie i ragazzi dalla stagione della strada.