Niente pubblico, niente assembramenti, niente autografi, niente selfie: Rien de rien. Sabato Parte il Tour de France, rito collettivo di Paese che non rinuncia alla sua storia e ovviamente neppure al suo grande business. Parte da Nizza raccogliendo il testimone della Parigi-Nizza, ultima gara corsa prima del lockdown, quando il ciclismo si fermò spaventato da una pandemia che faceva migliaia di contagi. E li fa ancora, soprattutto in Francia. Ma sono dettagli. La corsa va come se nulla fosse, dai Pirenei al Sud, poi le Alpi e 36 chilometri di crono per finire con la scalata a la Planche de  Belles Filles che diranno chi arriverà in giallo sui Campi Elisi dove, da tradizione, è prevista la passerella finale. Chi vincerà? Forse non è il pronostico più importante adesso. Nei giorni in cui la Francia fa registrare 5500 contagi, cifra mai così alta da aprile, e nel giorno in cui la Sanità francese non aggiorna il numero dei decessi e dei ricoveri a causa di un guasto informatico che ha colpito il sistema di conteggio,  immaginare che arriverà in giallo a Parigi pare davvero un esercizio di stile…Forse più giusto chiedersi se sarà il Tour ad arrivare a Parigi