Veti incrociati,  pressioni , un po’ di disinteresse perchè lo sport già in condizioni normali viene dopo, figurarsi in piena emergenza pandemia tra contagi, lockdown e vaccini…E allora si fa con tutta calma, tanto un ministero non c’è e non serve perchè dicono che sia meglio un sottosegretario capace  che non un ministro senza portafoglio e magari non tanto competente.  Punti di vista. Anche se sembra un po’ la storiella della volpe e dell’uva  perchè per lo sport il meglio sarebbe stato un ministro con portafoglio e pure competente. Ma non c’è e bisogna farsene una ragione. Oggi Valentina Vezzali, 47 anni jesina, risale in pedana. Ha giurato stamattina a Palazzo Chigi davanti al presidente Mario Draghi e quindi, di fatto, prende le redini dello sport in un momento che definire difficile è davvero un eufemismo. Cosa farà? Proverà a rimettere ordine in un un mondo politico sportivo fatto di interessi, piccole parrocchie, rivalità, e beghe di bottega che le fresche elezioni in tante federazioni hanno riportato d’attualità. Proverà a chiarire i rapporti tra Coni e Sport e Salute per capire chi comanda,  per ristabilire gli equilibri ( o a non stravolgerli) nella gestione di un mondo che amministra la pratica sportiva ma che nel tempo è diventato un pianeta distante che con lo sport di tutti giorni non c’entra più niente.  Proverà a gestire il tema urgentissimo dei ristori che servirebbero a mantenere in vita tutto un mondo fondamentale di piccole società ormai alla canna del gas ma che rischiano di essere “fagocitati” da un calcio affamato che fa i conti con bilanci assurdi e stipendi milionari che ormai non può più permettersi. Proverà a rilanciare un settore che non è solo divertimento ma “lavoro”, che sono piccole squadre che fanno crescere i ragazzini, che è volontariato, che è passione, che spesso sono conti in rosso ripianati di tasca propria. Proverà a fermare un’emorragia di tesserati che  in un anno pare abbia perso per strada un bel 30 per cento di giovani atleti, a gestire un’olimpiade alle porte e una ripartenza fatta gare saltate e rinviate tra protocolli e distanziamenti impossibili. La Vezzali è un donna di sport, una campionessa assoluta che nella scherma ha vinto nove medaglie olimpiche tra cui sei ori, 16 titoli mondiali, 11 coppe del mondo e che nove anni fa ai Giochi di Londra è stata anche portabandiera azzurra. Ma è anche una donna di politica e di potere, già dirigente della Federazione italiana della scherma,  già parlamentare con Lista Civica nel governo Monti, quasi  ministra quando a palazzo Chigi salì Matteo Renzi.  Due “anime”  e due mondi diversi. Da una parte il campo, gli allenamenti e la pratica quotidiana di chi conosce sacrifici e fatica, dall’altra le stanze dei bottoni, gli equilibrismi e i compromessi a cui ci ha abituato la politica. Chissà quale delle due Vezzali sarà il nuovo sottosegretario allo sport? Chissà quale Valentina salirà in pedana?  Chissà quale delle due Vezzali piazzerà la stoccata vincente per ridare un po’ di speranza ad un movimento che sta sprofondando nelle sabbie mobili?