E una bella scommessa quella di Dazn che, in asse con Tim, si è presa tutto il campionato di calcio. Sky si lecca le ferite ma la rivoluzione che si prospetta con un calcio “digitale” che si potrà vedere su tablet, telefonini, aggeggi vari e sui televisiori smart che faccio sempre un po’ fatica a spiegarlo a mio padre, è un passo avanti parecchio audace in un Paese che ancora fa fatica a connettere i computer per far studiare i ragazzi. Ma Dazn, la piattaforma streaming che fa parte di Perform Group la società del miliardario di origine ucraina  Len Blavatnik che ha un portafoglio di 30 miliardi di dollari e poco tempo fa per 3,3 miliardi si è comprato anche la Warner Music, ha tutta l’intenzione di far saltare il banco. L’idea è quella di andare ad intercettare tutta una nuova generazione di giovani e giovanissimi che il calcio il Tv non lo guarda già più da un pezzo ma preferisce connettersi e godersi gli high lights. Perfetto. Ma gli altri? Tutti gli altri che in questi anni hanno già digerito a fatica  le Pay Tv, i decoder, gli abbonamenti vari, le chiacchiere infinite degli esperti, i club con i commentatori in camicia bianca…Tutti questi saranno pronti a salire sulla nuova giostra? Senza parlare di tutti quei “matusa” per cui il calcio è ancora tutto la domenica pomeriggio in diretta “Minuto per minuto” con la radiolina incollata all’orecchio,  la cronaca registrata di un tempo di non si sa quale partita alle 19 su Raiuno, i gol solo a Novantesimo o la sera tardi alla Domenica Sportiva. Torneranno lì e senza far nemmeno troppa fatica.  La rivoluzione di Dazn probabilmente ci consegnerà un calcio più ” fico” e tecnologico ma meno alla mano, meno visibile col rischio che finisca magari come il grande tennis di Wimbledon e Roland Garros che quando c’erano le dirette Rai riempiva i pomeriggi d’estate di schiere di adolescenti ed oggi è invece quasi uno sport di nicchia. Ci consegnerà un calcio all inclusive che viaggerà veloce sulla fibra, con servizi e contenuti, che si potrà vedere, rivedere, far tornare indietro, sezionare, analizzare, commentare sui social. Ma sarà un calcio  meno popolare perchè la passione  non è un file da condividere. E allora torna alla mente il ciclismo che per molti è una fissa, che è cambiato negli anni, che forse ha perso l’epica di una volta, che è chiaramente figlio dei giorni nostri ma conserva le sue origini di passione e fatica.  La differenza la fa la strada che è sempre quella, che è a disposizione, che sarà anche un soffio veder passare i campioni ma vale ore di attesa. Non servono ne card, nè decoder e non ci sono collegamenti da fare: e il bello è tutto lì.