I 69 partecipanti alla mezza maratona che si è svolta  a Sapporo in Giappone e che è stata vinta dal keniano Hillary Kipkoech in 1 ora 00’46 e dalla giapponese Mao Ichiyama in 1 ora 08’28 sono risultati tutti negativi al tampone. E questa è una buona notizia. Gli atleti che e hanno soggiornato in hotel senza contatti con il pubblico correndo su un percorso praticamente “blindato”, tirano un bel sospiro di sollievo ma soprattutto lo tirano le autorità olimpiche e quelle giapponesi che devono organizzare i Giochi. In Giappone, ormai è cosa nota , non li vogliono. Nove governatori pensano ( e dicono)  che dovrebbero essere annullati o rinviati e , secondo un sondaggio promosso dal giornale giapponese The Mainichi Shinbun, tre prefetture interessate da eventi olimpici – Saitama ospiterà basket, calcio, golf e tiro, Shizouka e Yamanash ospiteranno eventi di ciclismo – si sono decisamente espresse per per l’annullamento. Insomma non tira aria buona. E così il presidente di World Athletics  Sebastian Coe  che ieri era proprio a Sapporo a 800 km da Tokyo dove sono previste la le gare olimpiche di marcia e la maratona,  ha provato a rilanciare nel tentativo togliere un po’ di nubi da questi Giochi: “Le Olimpiadi e le Paralimpiadi saranno un totem di ottimismo e di  speranza- ha detto-  per questo è importante che i Giochi vengano svolti. Prendiamo molto sul serio la salute e il benessere della comunità giapponese, abbiamo protocolli anti-covid che sono stati provati e testati, non credo che nessuna Olimpiade sia stata organizzata in circostanze più difficili di queste».  Coe ha detto anche di “comprendere il nervosismo che c’è in Giappone che proprio in questo periodo sta combattendo una recrudescenza delle infezioni da Covid” e quindi resta in attesa della decisione che sarà presa non prima di metà giugno dalle autorità giapponesi se ammettere o meno il pubblico negli stadi e palazzetti dell’Olimpiade. Ma la sensazione è che si vada verso un’edizione dei Giochi a “porte chiuse”.