Ventuno morti per una maratona non si possono accettare. Ventuno morti perchè una bufera travolge gli oltre 170 atleti  che stanno partecipando al trail in montagna nella Foresta di pietra del Fiume Giallo, vicino alla città di Baiyin, nella provincia di Gansu in Cina sono un bilancio drammatico e che non può essere giustificato. Soprattutto  in un’epoca in cui le previsioni meteo sono pressochè certe e permettono di pianificare il rischio di qualsiasi evento a maggior ragione in zone a rischio come il Gansu, una delle regioni più povere della Cina che  confina con la Mongolia a nord e con lo Xinjiang a ovest e che è una zona spesso colpita da fenomeni naturali improvvisi e violenti tra cui inondazioni, frane e terremoti .  La tragedia è stata annunciata dalla televisione cinese Cctv. «Verso mezzogiorno, il tratto in alta quota della corsa, tra i 20 ei 31 chilometri, è stato improvvisamente colpito da condizioni meteorologiche disastrose- ha spiegato ai giornalisti cinesi Zhang Xuchen, sindaco di Baiyin- in pochissimo tempo, grandine e pioggia gelata sono cadute improvvisamente su quest’area. Ci sono state tempeste e venti forti. La temperatura è scesa bruscamente. Tra le vittime figurano due atleti di fama nazionale come Liang Jing, vincitore negli ultimi anni di diverse maratone e Huang Guanjun, che aveva vinto la maratona maschile per i non udenti ai Giochi Paralimpici Nazionali 2019 a Tianjin”.  Per i ventuno atleti sorpresi dalla bufera su un sentiero ad oltre 3mila metri non c’è stato nulla da fare nonostante gli oltre 700 uomini dei soccorsi che il governo cinese ha inviato sul posto. Un’azione di recupero imponente che ha permesso di trarre in salvo gli altri 151 partecipanti, molti dei quali sono stati curati in ospedale per ferite e ipotermia.  « Non riuscivo a stare in piedi a causa del vento, avevo molta paura di essere spazzato via- ha raccontato un sopravvissuto ai media locali- Il freddo è diventato sempre più insopportabile e scendendo dalla montagna, sentivo già i sintomi dell’ipotermia alle dita dei piedi e delle mani. La maggior parte di noi non era attrezzata per una tempesta, quasi tutti erano vestiti con abiti leggeri e magliette». Viene da chiedersi se, come accade per tutte le gare di alta montagna che prevedono la partenza solo con corredo e attrezzatura di sopravvivcenza, se fossero state rispettate tutte le condizioni di sicurezza. E probabilmente se lo stanno chiedendo anche i funzionari del governo cinese.