Pietro Mennea tutti quelli che hanno la mia età lo ricorderanno per un modo di dire che starà lì per sempre a testimoniare quanto è stato grande, perchè nulla è più definitivo e scolpito di un modo di dire. “Corri come Mennea…” era ciò che ognuno di noi almeno una volta da piccolino si è sentito dire quando la sensazione era di andare veloce: su un campetto di calcio, giocando in strada, uscendo di fretta dalla scuola o anche scappando dalla sculacciate della mamma…Perchè Pietro Mennea correva davvero forte, spesso in direzione ostinata e contraria ed è sempre stato nella storia. Nella nostra storia.  Da domani, dopo l’oro pazzesco di Marcell Jacobs a Tokyo, i ragazzini di mezza Italia probabilmente si sentiranno dire “Corri come Marcell Jacobs…”. Finalmente. E’ un passaggio di testimone importante quello tra la freccia di Barletta e il poliziotto di Desenzano. Un passaggio che fa entrare definitivamente nella storia il velocista barlettano, lo libera da un peso e lo toglie finalmente da un presente di foto e filmati in bianco e nero in cui le nuove generazioni ormai faticavano ad identificarsi. “Corri come Marcel Jacobs” perchè quel 9.80 diventerà un numero da imparare a memoria come le tabelline, come lo è stato quel 19.72 che è ancora il record europeo sui 200, perchè c’ è sempre bisogno di eroi e di qualcuno che indichi la strada e che accenda la fantasia dei più piccoli.  E perchè  d’ora in poi  Marcello, come lo ha chiamato in diretta  quel grande telecronista che è Franco Bragagna sarà l’unità di misura dei sogni delle nuove generazioni: ” Signore mio cos’hai combinato…”