Fine delle trasmissioni. Dopo tre settimane di ubriacatura olimpica oggi in tv  andavano le repliche del Giro e del Tour con Egan Bernal e Tadej Pogacar a tirare il gruppo. Che tristezza. E adesso che si fa? Non ci sono più le finali da seguire, i magici 100 metri,  la staffetta più veloce del mondo, il volo d’oro del salto in alto, il Frecciarossa azzurro che in pista sbriciola i danesi. Fine. Niente più pugilato,  niente più nuoto , karate,  scherma, vela. Non ci sono più neanche il tiro con l’arco, il canottaggio, il judo.  E mancano già. Mancheranno  le facce  ubriache di gioia di  Marcell JacobsGianmarco Tamberi che si abbracciano sulla pista dell’olimpico di Tokyo nei dieci minuti più fantastici della nostra storia di sport. Mancheranno quelle di Filippo Tortu, Eseosa Desalu e Lorenzo Patta i più veloci al mondo ma anche i più increduli in un miracolo integrazione che vale mille inutili inginocchiamenti. Mancheranno le lacrime di Federica Pellegrini che chiude a Tokyo una storia incredibile di sport e di vita. Mancherà la potenza del quartetto azzurro del ciclismo che continueremo ad elencare in stretto rodine alfabetico: Consonni, Ganna, Lamon e Milan. Mancherà la classe pugilistica e non solo pugilista di Irma Testa che con la sua eleganza spiega al mondo che lo sport non ha sesso. Mancherà la tenacia dei lottatori: da Vito dell’Aquila nel taekwondo a Luigi Busà nel karate a Maria Centracchio orgogliosa judoka molisana. Mancheranno le medaglie d’oro di  Massimo Stano e Antonella Palmisano che riscattano uno degli sport più umili e faticosi e cancellano le nostalgie di chi voleva in gara qualcun altro in nome di chissà quale diritto acquisito. Mancherà tutto lo squadrone azzurro delle 40 medaglie, della spedizione più incredibile della nostra storia, di un miracolo che è come sempre tutto italiano nella bravura e nell’abnegazione di tecnici che lavorano dietro le quinte e non sempre possono contare su Federazioni e strutture all’altezza.  E ci mancheranno le voci di Franco Bragagna che è un valore aggiunto dell’atletica e quelle di Luca Sacchi e Stefano Pantano che sono diventate la stessa cosa per  nuoto e scherma .  Così da oggi è dura. Da oggi con il telecomando si naviga a vista in una mare di malinconia. Non ci resta che la rassegna stampa di Sky ,  “Uno mattina estate” oppure la replica di Italia- Spagna semifinale degli Europei ovviamente già vista e rivista.  Non ci resta che il calcio con Romelo Lukaku che se ne va da Milano  e con Leo Messi che fa la stessa cosa a Barcellona.  Oppure il calcio d’agosto. Il solito, inutile calcio d’agosto. Quello delle sfide imperdibili con gli stadi vuoti e riprese tv che neppure nella seconda serie rumena, senza nulla togliere ai campionati rumeni. Quello dei primi rigori negati, dei fuorigioco di millimetri, dei bomber abbronzati e tatuati che si tolgono le magliette sotto la curva. Quello delle polemiche col mister, delle zone miste e dei silenzi stampa. Quello che quando si perde è tutta colpa dell’arbitro. Purtroppo è una domenica triste dove tutto è già tornato normale…