Una volta per scoprire i talenti c’era il Festival di Castrocaro. Poi è arrivato X-Factor ed è cambiato tutto. Capita nella musica che chi sfondi in un talent poi vinca Sanremo. Nel ciclismo è un po’ diverso ma neanche tanto forse, perchè poi succede la stessa cosa. Jay Vine, 26 anni australiano di Townsville, da un paio di stagioni nelle file dell’Alpecin-Deceuninck oggi ha vinto la sesta tappa della Vuelta a Espana 2022 con partenza a Bilbao e arrivo a Pico Jano. Oltre 180 chilometri “tosti” con arrivo in salita, il cui il giovane “canguro”, si è messo alle spalle, tra le nebbie della montagna, lo spagnolo Enric Mas e il fenomeno belga Remco Evenepoel che è la nuova maglia rossa. Fin qui la cronaca. Ma la storia è un’altra. Vine fino a due anni fa con il ciclismo professionistico non c’entrava quasi nulla  a parte un quinto posto l’Herald Sun Tour con la maglia della Nero Continental.  Poco più di un cicloamatore che  si allenava sulle strade di casa sua come fanno tutti gli appassionati di ciclismo e lo guardava in tv come tutti quelli un po’ fissati. Ma mai si sarebbe sognato di diventare gregario agli ordini di Mathieu van der Poel. Due mondi, due vite, due strade lontane su continenti diversi tenuti forse insieme da un sogno che all’improvviso diventa realtà. A volte i sogni che rincorriamo sono più vicini di quello che si pensa, magari in salotto davanti a una tv. E così Jay ha provato a prenderselo. Ha messo ben salda la sua bici sui rulli e ha cominciato a pedalare inventandosi un avatar per sfidare su Zwift altri 120mila sognatori come lui che, sulle strade virtuali di Watopia, rincorrevano un anno di contratto con la Alpecin se mai fossero arrivati primi al traguardo dell’Academy, l’XFactor del ciclismo. Salita dopo salita, pianure, ventagli, volate, una fatica infinita che di “smart” aveva solo il nome e i compagni di avventura, nascosti da nomi possibili e improbabili. Una scrematura che sprint dopo sprint ha lasciato davanti allo schermo spento della tv le illusioni di tanti.  Finchè a giocarsela sono rimasti in due Jay l’australiano  e il belga Lionel Vujasin. Sfida secca, e non c’è stata storia. Il resto è realtà che si mischia ad un sogno diventato d’asfalto, di pioggia, di nuvole basse come oggi sui 1500 metri della Cordigliera del Pico Jano. Da non crederci, anzi sì. C’era un volta un ciclista che aveva l’XFactor e vinceva le corse su Zwift. Ora ce n’è un altro, che sicuramente ha talento, e vince le tappe alla Vuelta…