“Scusi, cosa fa l’Inter?”. Chiesto a chi incontravi per strada, a chi si stava facendo i fatti suoi al tavolino di un bar, davanti allo stadio, su un campetto di periferia guardano i dilettanti, all’uscita di un cinema…Quante volte. Quanti anni fa. La radiolina si allontanava per un secondo dall’orecchio e, con un po’ di fastidio, ma anche con l’aria parecchio compiaciuta di chi era tra i pochi a sapere, e arrivava la risposta. Secca, a tagliar corto: “Pareggia…”.  ” E quanto manca?”. “Quasi finita…”. Funzionava così “Tutto il calcio minuto per minuto”, passaparola del tifo non connesso, magia di gol, azioni, parate, rigori che prendevano corpo con voci  sonore, tonanti ma anche roche provate da tante sigarette. Attese e speranze. Vinceva la suspence perchè nessuno, che non si trovasse in uno stadio,  sapeva di preciso cosa stesse accadendo in campo. All’inizio il silenzio assoluto durava per tutto il primo  tempo.  Poi “Se la squadra del vostro cuore ha vinto, brindate con Stock 84, se ha perso consolatevi con Stock 84…” si cominciava. Linea allo studio per la carrellata dei primi tempi da ascoltare col cuore in gola, un risultato via l’altro, senza commenti,  voci tecniche, chiacchiere, urla, strepiti ed altre inutile amenità. Tutto insieme, tutto in una volta, non esistevano anticipi, posticipi e spezzatini.  Così si santificavano le laiche domeniche calcistiche. Così ogni pomeriggio alla radio per più di quarant’anni. “Scusa Ameri, scusa Ameri…”, il boato dello stadio, l’ansia di capire chi voleva intervenire, chi avesse segnato, per chi era il rigore.  Gli ultimi 45 minuti in diretta con il “campo principale” ad Enrico Ameri o Sandro Ciotti e via via tutti gli altri con la linea che rimbalzava dallo studio che di volta in volta aggiornava gol e risultati a  “tambur battente”  .  Un rito popolare che ammantava il calcio di apprensione, di attesa e di immaginazione, che rincorreva le voci, che ti faceva trattenere il fiato in attesa del collegamento nella speranza di un gol, di una vittoria in zona Cesarini, di un pareggio raggiunto anche con un’autorete. Ieri a Roma a 85 anni è morto Rino Icardi, giornalista e voce storica dello sport radiotelevisivo. Aveva cominciato alla ‘Gazzetta dello Sport’ ma dalla fine degli anni ’50 era entrato in Rai come radiocronista di diverse trasmissioni sportive, dall’ippica al ciclismo. Aveva seguito diverse edizioni del Giro d’Italia, ma anche dei giochi olimpici, degli europei e dei mondiali di calcio. Era  l’ultimo di quella gloriosa prima squadra di radiocronisti tra cui Roberto Bortoluzzi, Enrico Ameri, Sandro Ciotti e Alfredo Provenzali  che aveva fatto la fortuna di “Tutto il calcio minuto per minuto”. Dalla studio è tutto a voi la linea…