Nel 1973 a vincere per distacco la Amstel Gold Race, 238 chilometri da Heerlen a Meerssen fu un certo Eddy Merckx. “Il cannibale” rifilo più di tre minuti al suo connazionale Frans Veerbeck a significare che, come spesso accadeva, non ci fu storia. Chi ama le cifre tonde farà due più due perchè oggi a dominare è stato Tadej Pogacar che ha vinto la 57ma edizione che apre il trittico delle Ardenne. Qualcosa rispetto a mezzo secolo fa è cambiato: i chilometri dono diventati 253, si parte Maastricht e si arriva a Valkenburg ma la sostanza è la stessa. Non c’è stata storia. Pogacar ha piazzato l’attacco decisivo a una trentina di chilometri dal traguardo, staccando tutti e chiudendo con il tempo di sei ore e un minuto, con un vantaggio di una quarantina di secondi sul secondo classificato, l’irlandese Ben Healy e di oltre due minuti sul terzo, il britannico Thomas Pidcock. Primo degli italiani, sesto, Andrea Biagioli. «Ho attaccato sul muro più difficile ed è stata una scelta vincente- ha spiegato al yraguardo il campione della Uae- Ora andremo alla Freccia Vallone. Sono in forma, credo che con l’aiuto di tutta la squadra, come oggi, potremo fare un gran lavoro». E così sarà. Anche perchè si fa fatica davvero ad immaginare chi possa tenergli testa. Il “ragazzino col ciuffo”, il “fieu” come lo aveva ribattezzato qualche anno fa quando vinse il suo primo Tour Ernesto Colnago dicendo subito che gli ricordava Merckx, in gara fa praticamente ciò che vuole. Soprattutto non sembra far fatica. Oggi, quando ha deciso di salutare tutti se n’è andato, ed anche Pidcock, non l’ultima delle schiappe, dopo una decina di pedalate ha dovuto alzare bandiera bianca. Provano tutti a stargli a ruota, poi lui cambia marcia e gli altri si “piantano”. Non li batte gli avversari, li “schianta” ed è proprio ciò che faceva tanti anni fa Eddy Merckx. All’Amstel, esattamente 50anni fa: cifra tonda. E non sembra un coincidenza…