“Avete vinto tutti…”. Così lo speaker ha accolto gli ultimi corridori che domenica hanno portato a termine la maratona di Gerusalemme. Hanno corso in più di 40mila, la maggior parte israeliani ma anche in molti arrivati da diversi Paesi nel mondo. Era la tredicesima edizione, un pezzetto di storia di una sfida che ovviamente quest’anno aveva un significato diverso. Primo al traguardo l’israeliano Melkamu Jember che ha concluso la sua fatica in due ore, 35 minuti e 39 secondi, mentre la sua connazionale Noah Berkman è arrivata prima tra le donne in 2:55:42. Ma è davvero un dettaglio. Dal primo all’ultimo hanno corso tutti nel ricordo del  7 ottobre e per ricordare gli ostaggi, con le loro foto sulla maglia, con i loro nomi scritti , con appelli e preghiere. Al via atleti, appassionati, famiglie sulle distanze più brevi. C’erano anche quindicimila soldati, le forze di sicurezza, i team di soccorso e 1.800 corridori, provenienti dall’estero che hanno attraversato strade di quartieri moderni e siti ricchi di storia come il Parlamento israeliano, la Knesset, le mura della Città Vecchia, la Piscina del Sultano, Mishkenot Sha’ananim, il Monte Sion, la Colonia Tedesca, Rehavia, il Sentiero dei Profeti, il Monte Scopus, il Parco Sakrah, il Monte degli Ulivi. Come negli scorsi anni, oltre alla gara completa (42,195 km), i partecipanti hanno potuto scegliere fra i vari percorsi ridotti: mezza maratona (21,1 km), i 10 km, i 5 km, una ‘family run’ di 1,7 km e una ‘community run’ di 800 metri. Tra i partecipanti anche il sindaco di Gerusalemme Moshe Lion: “Sono orgoglioso che questa edizione della maratona abbia superato i 40mila iscritti- riporta Pagine Ebraiche- E sono ancora più orgoglioso che ciò sia avvenuto come forma di tributo e solidarietà all’esercito, alle forze di sicurezza e di soccorso. Oggi più che mai era importante esserci: esprimere la nostra solidarietà e al tempo stesso la nostra volontà di vita. È un segnale importante e che ho molto apprezzato. Gerusalemme è una città speciale, una casa per tutti. Vogliamo continuare a batterci per questo, sviluppando anche nuovi progetti legati allo sport”.