C’è un Giro che gira l’Italia, che oggi racconta la bella storia di Andrea Vendrame vincente in solitaria  a Sappada, che aspetta Geraint Thomas che ancora una volta s’intruppa e cade e che aspetta sul Monte Grappa il solito show di Tadej Pogacar.  In sintesi più o meno è tutto qui,  in attesa di ripartire verso Roma per un finale scontato ma comunque di grandissimo effetto. Domani da Alpago Bassano del Grappa saranno 184 chilometri tosti. Dopo aver attraversato in lungo e in largo le Colline del Prosecco e dopo aver fatto i conti col Muro di Ca’ del Poggio   si arriverà ai piedi del Monte Grappa. Si salirà dal versante di Semonzo per oltre 18 km  che porteranno ai 1700 metri della cima una prima volta quando mancheranno 78 km all’arrivo. Poi una lunga discesa di quasi 30 km riporterà il gruppo a Semonzo, dove comincerà la seconda ascesa con gli ultimi 32 km che saranno una picchiata verso Bassano del Grappa.  Vincerà il migliore e molti scommettono su Tadej che proverà a scrivere il suo nome in una grande storia. Giro e Monte Grappa una lunga leggenda da raccontare già con la tappa del 1968 vinta da Emilio Casalini, poi con quella del 1974 che fu dominata da Eddy Merckx che raggiunse Manuel Fuente in fuga o ancora con quella del 2010 vinta in solitaria da Vincenzo Nibali. Storie di grandi imprese e di grandi campioni ma non solo. Perchè il monte Grappa è anche salita di grandi passioni e di grandi numeri come succede ormai da dieci anni con il “Bike Day” che per un giorno regala gloria anche a migliaia e migliaia di  appassionati che domenica proveranno ad emulare Pogacar e compagni sugli stessi tornanti del Giro chiusi al traffico. Un evento internazionale aperto a tutti e a qualunque tipo di bicicletta, anche a pedalata assistita. Dieci anni di storia per una festa popolare a due ruote nata  nell’autunno del 2013 da un’idea della Monte Grappa Bike Day Asd con lo scopo di proporre anche agli amatori la possibilità di pedalare in sicurezza, almeno per un giorno all’anno, su alcune delle salite più sfidanti d’Italia. Un’avventura che per pura coincidenza nasceva con lo stesso percorso in salita dell’indimenticabile sedicesima tappa del Giro d’Italia proprio nel 2014, cronoscalata infiammata dal duello fra Nairo Quintana e Fabio Aru. In quel giorno il Grappa scrisse una delle pagine più importanti della sua storia nel ciclismo con una bellissima vittoria di Quintana, il colombiano conquistò la maglia rosa e ipotecò il suo trionfo finale, non lasciando mai la leadership della classifica generale fino alla conclusione del 97mo Giro a Trieste cinque giorni più tardi.