Allons enfant de la patrie…Dopo le grandi grande partenze straniere di Copenaghen, Bilbao, Firenze e in attesa di quella che nel 2026 è stata annunciata a Barcellona, il Tour 2025 sarà tutto completamente francese: si parte da Lille il 5 luglio e si arriva a Parigi il 27 luglio, senza la minima fuga all’estero . Non solo. Si tornerà a scalare quel totem di fatica, mito e tradizione che è il Mont Ventoux e si renderà omaggio, passando sulle strade dei loro paesi e delle loro imprese, ai grandi campioni francesi del ciclismo. E così si toccherà Rouen, la città di Jacques Anquetil; si passerà da Carloguen e Yffiniac , dove vive e dove è nato Bernard Hinault, da Saint-Méen-le-Grand per il centenario della nascita di Louison Bobet, si arriverà a La Plagne dove Laurent Fignon vinse due volte (1984 e 1987). Traguardo finale sugli Champs-Elysées dove la prima maglia gialla fu Bernard Thévenet esattamente 50 anni fa. Il direttore Christian Prudhomme alza il velo sulla 112ma edizione della corsa al Palazzo dei Congressi di Parigi, e svela un Tour che un po’ torna all’antico con una prima settimana più o meno “piatta” e che poi sfida vette iconiche come Luchon-Superbagneres, il Mont Ventoux e il Col de la Loze oltre a tante altre salite. Due le cronometro: la prima pianeggiante intorno a Caen e una crono-scalata a Peyragudes. “Non c’è una sola incursione all’estero, nemmeno un piccolo passaggio per andare al Col du Portillon dove in Spagna ci sono 15 chilometri- spiega- Si correrà al cento per cento sul territorio francese. Tornare in Francia, con un percorso tutto nostro per la prima volta dal 2020, è qualcosa di molto importante…” . Una scelta patriottica ma anche ponderata, perchè il Tour è il Tour e i francesi giustamente se lo coccolano: “Lo scorso anno non abbiamo mai avuto problemi sul percorso, vale a dire minacce, blocchi stradali- spiega il patron- Anche per attraversare i passi non abbiamo avuto difficoltà. Il pubblico è stato rispettoso e un po’ più saggio anche perchè un po’ meno giovane rispetto all’anno precedente quando c’era davvero una folla di giovani…”. Quindi un Tour che torna ad essere tutto orgogliosamente francese e che rende omaggio ai suoi tifosi ma soprattutto alle sue tifose che sono sempre di più: “Lo scorso anno per la prima volta abbiamo avuto più donne che uomini- spiega Prudhomme rendendo noti i dati di una statistica che ha visto sulle strade il 52% di donne e il 48% di uomini – Un elemento molto interessante. Il Tour, è la fotografia della Francia…”. E quest’anno non si muove di lì.