Milano 21, ecco come una mezza diventa una grande mezza
La differenza la fanno sempre i dettagli. Oppure le buone idee. Gli undicimila che stamattina hanno corso la Milano 21 avranno apprezzato diverse cose di questa mezza maratona che ha ormai la “stoffa” del grande evento in una città dove correre è sempre stato complicato. Funziona la cornice della Fiera che ospita il villaggio per prestigio e funzionalità; funziona la scelta di correre in centro e non nascondere i runner nelle vie periferiche con l’intento di disturbare il meno possibile il lento scorrere dei riti domenicali cittadini; funziona dal punto di vista tecnico anche il tracciato veloce e senza asperità con l’unica difficolta vera nel lungo tratto di pavè che da Largo Augusto porta in Piazza del Duomo: un paio di chilometri di sofferenza vera ad uso e consumo dei tantissimi stranieri in gara che hanno potuto così apprezzare le vie della moda, il teatro alla Scala e la cattedrale. Funziona la data, perchè una mezza maratona invernale a Milano è sempre un appuntamento da mettere in agenda come lo era in realtà anni fa la Milano Marathon, sciaguratamente poi spostata in primavera con varie e importanti concomitanze. Ma della Milano21 funziona soprattutto il senso del rispetto che chi organizza ha per chi corre. E ciò si vede proprio dai dettagli o dalle buone idee. Ottima quella di portare il deposito borse all’interno dello spazio fieristico del Mico, un ambito enorme che generalmente ospita fiere ed espositori, dove in questi giorni è stato comodo il villaggio maratona ma soprattutto dove sono stati comodi gli undicimila partecipanti che, dopo la fatica della gara, hanno trovato un luogo caldo per ristorarsi e per cambiarsi. Che non è poco anzi col freddo che c’era stamattina a Milano, è tantissimo. Un valore aggiunto che fa di una mezza maratona, una gran bella mezza maratona. Il resto è cronaca. Due i protagonisti assoluti che hanno consegnato due crono finali di ottimo livello in una mezza di fine stagione. Tra gli uomini il valdostano Xavier Chevrier che ha vinto con un tempo di 1:03’21”; tra le donne la carabiniera azzurra Giovanna Epis che ha chiuso la sua performance in 1:12’48”. Nella 10 km primo al traguardo Alberto Mondazzi in 29’45” e, in campo femminile, la slovena Klara Lukan, con 31’04”. Da segnalare infine il goffo tentativo di un gruppo di attivisti di Ultima Generazione che hanno provato a bloccare gli atleti sul traguardo srotolando uno striscione ma che sono stati prontamente fermati dai poliziotti che presidiavano il percorso e soprattutto la mezza maratona di Daniele Sironi, a cui cinque anni fa per un problema cardiaco è stato trapiantato il cuore. E’ arrivato al traguardo in 2 ore e 12 quindi missione compiuta. Ora la prossima sua sfida sarà provare ad arrivare in fondo ad un mezzo Ironman. Che nel suo caso non è un dettaglio ma sicuramente una grande idea, la stessa che in questi anni gli ha permesso di riprendersi la vita.