Daniele Sironi, a cui cinque anni fa per un problema cardiaco è stato trapiantato il cuore, domenica scorsa è arrivato al traguardo della Milano 21, la mezza maratona organizzata da FollowYourPassion, che ha visto al via oltre 11mila runner, in 2 ore e 12. Missione compiuta. Ora la prossima sua sfida sarà provare ad arrivare in fondo ad un mezzo Ironman. Che nel suo caso non è un dettaglio ma sicuramente una grande idea, la stessa che in questi anni gli ha permesso di riprendersi la vita. Sironi,  32 anni sommelier di Pregnana Milanese,  cinque anni fa durante un controllo di routine scopre di soffrire di una cardiomiopatia dilatativa, una patologia del cuore che causa insufficienza cardiaca. La vita può cambiare in un attimo e per lui quello è l’inizio di un calvario che lo porta in sala operatoria dove gli viene trapiantato un cuore nuovo. Cure e riabilitazione lo riavvicinano a piccoli passi ad una vita normale che però trova una svolta nello sport. Soprattutto in quello di endurance. E allora correre, nuotare, pedalare entrano a far parte delle sue giornate fino ad arrivare, pochi mesi fa, a tagliare il traguardo di un triathlon.
«Ti svegli una mattina e ti ritrovi con la vita stravolta – racconta –. Mi ricorderò sempre le parole del medico: l’unica soluzione al mio problema era il trapianto di cuore. Avevo 27 anni ed ero appena diventato papà, chiunque può immaginare come mi sia sentito. Dopo il trapianto in piena pandemia, ho iniziato a giocare a tennis ma ad un certo punto però ho capito che avevo bisogno di nuove sfide. Così un paio di anni dopo ho deciso che mi sarebbe piaciuto provare a fare triathlon. Sport di cui conoscevo solo le tre discipline. Ho recuperato la mia prima bici dalla cantina di mio nonno ma l’inizio non è stato semplice e mi sono reso conto che non avrei mai potuto farcela da solo e così mi sono affidato a Simone Diamantini, coach di triathlon di lunga e importante esperienza, che mi è stato vicino e mi ha aiutato. Dopo neanche un anno è arrivata la mia prima gara a Peschiera del Garda». Milano21 è stata la sua prima gara di corsa in assoluto e non è un caso. Anche se Sironi vive a Pregnana, un paesino dell’hinterland, Milano è la sua città ancor più dopo il trapianto, visto che ad eseguire l’intervento e a seguirlo nella ripresa è stata una equipe di medici del Niguarda. «Cosa mi aspetto da una mezza maratona? – si domandava prima del via pochi giorni fa- Emozioni e sensazioni positive, prima di tutto. Vorrei tagliare questo nuovo traguardo per provare poi a correre anche una maratona intera e in futuro provare a misurarmi in mezzo Ironman dove si nuota per 1,9 chilometri, si pedala per 90 e alla fine si corrono i 21 chilometri della mezza maratona… Non mi interessano tempi e performance ma solo arrivare al traguardo e coronare un sogno». Sironi da qualche tempo è testimonial dell’Aido, l’associazione donatori di organi cui si è avvicinato negli anni del trapianto: «Racconto la mia storia nelle scuole, sperando di insegnare ai ragazzi che tutti possono fare sport e che praticare un’attività sportiva fa bene al di là del risultato agonistico. Anche la mia presenza alle gare è finalizzata a far conoscere ciò che mi è successo e sensibilizzare tutti su quanto sia importante donare gli organi…».